Fischi, ronzii nelle orecchie: sono gli acufeni, i “rumori di fondo” che danno del filo da torcere a ben 740 milioni di persone nel mondo, disturbando il riposo e la concentrazione.
La strategia incente per venire a capo degli acufeni? Una seduta al mese per un anno, da uno psicologo che collabori con l’otorino.
Ecco i 3 punti salienti della psicoterapia spiegati dalla dottoressa Laura Franchomme, psicologa cognitivista.
- Smantella le tue false credenze. È opinione comune che l’acufene segnali qualcosa di grave, come ictus o tumore al cervello. Oppure, che compaia in seguito a un trauma emotivo, tipo un lutto o una separazione. Niente di più falso. Non si sa ancora perché si generi, tranne il fatto che nel 60% dei casi è legato a ipoacusia, cioè un deficit uditivo.
- Apprendi delle “strategie di sopravvivenza”. Come ti comporti quando senti gli acufeni? La tua ansia finisce per amplificarli? Impara ad agire e reagire diversamente, pensando che si tratta di un sintomo come altri, che puoi riuscire a tenere sotto controllo.
- Con l’aiuto dello psicologo, riconosci e analizza i tuoi pensieri fissi sugli acufeni (tipo “mi impediscono di godermi la vita”) e gli schemi che contribuiscono a mantenerli (come, per esempio, stare sdraiati in silenzio con le orecchie tese). Impara a riservare loro uno spazio sempre più piccolo, alzando la tua soglia di percezione oppure facendo attività piacevoli per distrarti.
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