Trasformare il Parco archeologico di Abellinum in un palcoscenico d’eccezione, perchè sia sempre più parte integrante del tessuto sociale e culturale della comunità. E’ l’idea da cui nasce la seconda edizione di ‘Abellinum Events’, promossa dall’amministrazione comunale di Atripalda, guidata dal sindaco Paolo Spagnuolo, in programma ogni venerdì fino al 30 agosto. A caratterizzare ogni appuntamento sonorità di forte suggestione e degustazioni di prodotti tipici e vini locali, visite guidate con focus ed osservazioni astronomiche a cura del gruppo archeologico “La Civita”. Una rassegna – l’accesso al Parco è da Piazza Umberto I, Rampa San Pasquale – salutata nell’appuntamento inaugurale del 19 luglio scorso da un bagno di folla, a conferma di una formula che convince davvero tutti. Alla presentazione del progetto di ricerca portato avanti da Unisa si è affiancato il concerto degli Iron Sax Quartet del Cimarosa su note di Bach e Piazzolla. Ed è stato successo anche per il secondo evento, in tantissimi hanno applaudito Federica Cardone Trio nel segno delle Canzoni di una volta e del suo omaggio alle note di Napoli. Positivo il riscontro anche per le visite guidate con focus ed osservazione astronomica. Si prosegue il 2 agosto, alle 19, con il dialogo sull’archeologia subacquea con Annino Festa e, alle 21, il grande jazz del chitarrista Vittorio Silvestri e del pianista Andrea Rea con “The Gulfoss Session” che si fa esplorazione di generi e sonorità differenti.
Il 9 agosto ancora emozioni con Maurizio Di Fulvio Trio in un itinerario “Dal Sudamerica alla Musica Mediterranea”, preceduto da visite guidate e osservazione astronomica. Il 23 agosto la rassegna prosegue tra parole e musica con Gianluca Amatucci e Suddamare con i “Racconti di migrazioni dal ‘900”. Il 30 agosto di scena il concerto del Quintetto di Fiati del Teatro Verdi di Salerno, con un viaggio tra lirica e colonne sonore, accompagnato sempre da visite guidate e osservazione astronomica.
È l’Assessore alla Cultura del Comune di Atripalda Lello Barbarisi a credere fortemente nel progetto insieme a Flavio Petroccione, direttore del Museo del Palazzo della Dogana e Area Archeologica Antica Abellinum. “Si tratta di un esperimento – spiega Barbarisi – che riproponiamo dopo il buon riscontro dello scorso anno. Vogliamo valorizzare il patrimonio archeologico di Atripalda in linea con una progettualità già proposta con successo dai grandi parchi archeologici della Campania. Una rassegna che si carica di un valore più forte con il riconoscimento Unesco della via Appia. Un riconoscimento che può rappresentare un volano per tutta l’Irpinia, a partire dalla sfida del turismo culturale”. Spiega come “Abbiamo stilato con l’Università di Salerno, la Direzione Regionale dei Musei Campani e la Sovrintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio un protocollo d’intesa per la valorizzazione dell’intera area di Abellinum. Al tempo stesso, l’Università di Salerno porta avanti un progetto di ricerca con scavi in situ autorizzati dal Ministero. Come amministrazione comunale, nel rispetto di una convenzione stipulata con Unisa, ci impegniamo a garantire vitto e alloggio agli studenti e agli archeologi impegnati negli scavi. Avremo, inoltre, l’onore di accogliere il 30 agosto la delegata della direzione regionale agli scavi di Abellinum Luana Toniolo”
Le campagne di scavo condotte nel tempo, dal 1975 ad oggi, hanno reso possibile la fruizione di una parte significativa della cinta muraria in opus reticulatum di età tardo repubblicana dell’epoca romana, di una Domus di circa 2500 mq, di tipo ellenistico-pompeiano, databile al I sec. a.c. , tracce del foro e delle terme con resti del Calidarium. Oltre che monumenti funerari, tombe, mausolei, necropoli e la basilica paleocristiana di capo La Torre del IV sec. d.c.
E’ Alfonso Santoriello, direttore del progetto di ricerca relativo ad Abellinum, frutto della collaborazione tra il Dipartimento Scienze del Patrimonio Culturale dell’Università di Salerno, Direzione regionale Musei Campani, Comune e Sovrintendenza a illustrare come “Il percorso nasce da una piena sinergia tra le parti e dalla consapevolezza che c’è una città intera da portare alla luce. A partire dal 2019, sono state condotte, grazie alle tecnologie più avanzate, analisi preliminari e dal 2021 sono partite le indagini di scavo sulla base degli esiti delle ricerche derivate da immagini satellitari e da studi relativi a geomorfologia e vegetazione. I risultati sembrerebbero provare l’esistenza di un altro isolato su più livelli, che affaccerebbe sul decumano, accanto a quello già occupato dalla domus. Anche dal lato opposto, ad emergere sono elementi di ambienti attestanti la possibile presenza di più domus. Si tratta di ambienti non tutti ben conservati ma che appaiono affrescati sul modello della domus, con parti di intonaco che sembrerebbero ripodurre lo stesso schema di colore. Sono elementi già in parte emersi dagli scavi degli anni ‘70 ma questa volta ripuliti e messi a vista. Gli scavi dimostrerebbero, dunque, la presenza di tre isolati che si affacciano sul decumano e sul sistema dei cardini”. Spiega come il lavoro “che stiamo portando avanti si inserisce in quella che viene definita archeologia di comunità, così da rendere immediatamente disponibili i risultati degli scavi e coprogettare con le comunità nel segno delle buone prassi. Parlare di Abellinum significa parlare non solo della parte antica dell’area ma di un parco culturale, un polmone verde che può essere importantissimo per lo sviluppo di Atripalda, anche sul piano del rilancio economico. L’obiettivo principale è restituire alla comunità una città che rivestiva un ruolo strategico nell’età romana insieme ai centri di Aeclanum e Beneventum. Non dimentichiamo che dalla via Appia partiva anche una diramazione che collegava all’antica Abellinum, ecco perchè se dovesse arrivare il riconoscimento Unesco anche comuni come Atripalda potrebbero trarne grande beneficio”