Era uno dei massimi esponenti della nuova drammaturgia napoletana, post Eduardo, che riconosceva i suoi modelli nei grandi autori e compositori napoletani ed internazionali, come Artaud, Genet, i poeti maledetti di fine ‘800 e Pasolini, conciliando il sacro e il profano, l’alto e il popolare. Si è spento ieri Enzo Moscato, nato a Napoli il 20 aprile 1948, dopo una lunga malattia. Autore, regista e attore, aveva fatto dei Quartieri Spagnoli che tanto amava lo scenario privolegiato dei suoi drammi, raccontando i disagi sociali di quegli abitanti con storie piene di vita, complesse, contraddittorie mai dritte. A colpire il pubblico il coraggio dei suoi testi, arcaici e moderni al tempo stesso e il plurinilnguismo che dominava il suo universo. Scannasurice, Signurì signurì, Piece noire, Rasoi, Ragazze sole con qualche esperienza, Embargos, Luparella, Ritornanti, Toledo Suite sono alcuni dei suoi lavori scritti, messi in scena e interpretati in quarant’anni di carriera. Più volte aveva ribadito come ” ‘…
Dopo aver frequentato il liceo classico «Antonio Genovesi» di Napoli, si era laureata in filosofia all’Università degli Studi di Napoli Federico II, conseguendo l’abilitazione in scienze umane e storia, con una tesi sui rapporti tra i movimenti politici di liberazione sessuale e la psicoanalisi. Dal 1975 al 1977 ha insegnato filosofia e storia nelle scuole superiori di Napoli e Oristano. Nel 1980 si era dedicato al teatro, imponendosi all’attenzione di critica e pubblico come attore, autore e regista. Moscato suo attivo anche cinque cd come chansonnier/rivisitatore dell’universo canoro partenopeo e non: «Embargos», «Cantà», «Hotel de l’univers», «Toledo Suite» e «Modo Minore».
Dal 1990 era il direttore artistico della compagnia teatrale Enzo Moscato e ha anche ricoperto incarichi di direzione artistica per il Teatro Mercadante – Stabile di Napoli negli anni 2003-2006, per il Festival Internazionale di Teatro – Benevento Città Spettacolo negli anni 2007-2009. Ha frequentato anche il cinema, primo fra tutti Morte di un matematico napoletano di Mario Martone con cui ha avuto un grande sodalizio artistico. Rilevanti le sue prove nel cinema con vari registi, tra cui Mario Martone, Pappi Corsicato, Raul Ruiz, Antonietta De Lillo, Massimo Andrei, Pasquale Marrazzo. Le sue opere, da “Scannasurice” a “Napoli 43” sono pubblicate da Ubulibri, Guida e Pironti.
Tra i tanti riconoscimenti il Premio Idi 1988, Premio Ubu per il Teatro 1988 e 1994, Premio della Critica 1991, Premio Annibale Ruccello Positano 2003, Premio Benevento Città Spettacolo 2009, Premio Napoli Cultura 2013, Premio Ubu alla Carriera 2018, Premio Concetta Barra 2020.
A ricordarlo il presidente della Regione Vincenzo De Luca “Ci lascia un grande artista, un grande intellettuale. Enzo Moscato è stato capace di attraversare ampie suggestioni poetiche, filosofiche e visionarie divenute linguaggio teatrale e patrimonio drammaturgico di rilievo assoluto. La sua opera ha collegato Napoli e la Campania alla grande cultura internazionale del Novecento, la sua parola ha dialogato con autori come Artaud, Genet, i poeti maledetti e Pasolini. Tenere vivo il suo percorso artistico sarà utile materia di riflessione per le generazioni che verranno”.
A rendergli omaggio anche l’Irpinia “Quante probabilità c’erano, prof, che ci lasciasse proprio ieri? Ammirando commossi e rapiti una delle attrici a lei più care in alcuni dei suoi testi più belli. – scrive la giornalista Rosaria Carifano – Riscoprendo tesori nascosti in qualche cineteca dimenticata, rabbrividendo di piacere e perdendo l’equilibrio dinanzi a tanta bellezza. Amando, come abbiamo amato sempre, la sua lingua complessa e sinestesica. Giunta la notizia, non potevamo crederci e forse mai ci riusciremo. Del momento, più che del fatto in sé. Dell’aver assistito non ad uno spettacolo, ma al suo saluto.
Grazie, di tutto, per tutto”
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