“Agito sempre nella legalità, non meritavamo di ritrovarci i Carabinieri in casa”: la verità degli Aufiero – IL CIRIACO

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Emanuele e Antonio Aufiero, rispettivamente sindaco e presidente del consiglio comunale di Pratola Serra, accompagnati dai loro legali, convocano la stampa nell’aula consiliare del Municipio che, dall’alba di questa mattina, è stato sottoposto a perquisizioni ordinate dalla Procura della Repubblica contestualmente a quelle domiciliari presso le abitazioni di tredici, tra assessori, dirigenti comunali e imprenditori che risulterebbero indagati a vario titolo per abuso d’ufficio e turbativa d’asta . «Non per difenderci, perché consapevoli di aver agito nel pieno rispetto della legalità» chiariscono i due fratelli che nel 2017 si sono passati di mano il testimone alla guida dell’amministrazione comunale. Il decreto di perquisizione firmato dal sostituto procuratore Vincenzo Toscano, riguarda l’affaire della tensostruttura che ospita attualmente il modulo scolastico  di Pratola Serra oggetto di diverse denunce ed esposti da parte dei gruppi di minoranza consiliare.

«A settembre – spiega il sindaco Emanuele Aufiero– ci era stata notificata una richiesta di proroga indagini su un procedimento del 2018, e stamattina, dopo due anni, siamo stati sottoposti a perquisizioni personali, nelle nostre abitazioni e poi presso il Comune. Tutte perquisizioni che hanno avuto esito negativo, anche perché  i documenti acquisiti erano già agli atti anche della commissione d’accesso agli atti (che fa capo al Viminale e fu chiesa dall’allora prefetto Tirone ndr). Attraverso gli uffici comunali abbiamo fornito tutto il supporto necessario». Il primo cittadino si dice fiducioso nell’attività della magistratura, ma non tralascia di lanciare strali verso la minoranza «se qualcuno pensava che quanto accaduto stamattina potesse farci chinare il capo, sbagliava. Noi non molleremo, abbiamo sempre agito nel pieno rispetto della legalità e a servizio della collettività». Poi esprime amarezza «per il risalto mediatico che hanno avuto le perquisizioni e per l’enorme spiegamento di forze dell’ordine credo ingiustificato. Addirittura, un’auto dei Carabinieri è rimasta appostata, durante le perquisizioni presso le abitazioni mie e di Tonino, davanti casa di nostra madre ultraottantenne. Comportamenti che crediamo di non meritare».

Ad entrare nel dettaglio è Antonio Aufiero, attuale presidente del consiglio e candidato alle regionali con Forza Italia: «da ex sindaco ricordo che questa scuola modulare è stata già investita da altri procedimenti,  tutti archiviati, sempre per vari esposti dell’allora minoranza consiliare. Notizie di reato che il Gip dichiarò infondate. Questo nuovo procedimento, iscritto nel 2018, sarà stato verosimilmente originato da ulteriori denunce della opposizione. Non siamo qui per giustificarci, perché abbiamo operato in piena trasparenza separando sempre la fase di programmazione da quella gestionale, mai seguita dalla parte politica. Un procedimento, aperto inizialmente contro ignoti, che oggi arriva alla quinta proroga di indagine, e che vede perquisizioni domiciliari a distanza di due anni per un’acquisizione documentale che era già stata fatta in precedenza. Possiamo dire appare alquanto spropositato arrivare alle perquisizioni». L’ex sindaco difende, nonostante tutti, la scelta della tensostruttura e acquisita con contratto di disponibilità e ne spiega le ragioni «era antieconomico proseguire con il noleggio che aveva un costo più che raddoppiato rispetto all’acquisto che ci ha permesso di avere la struttura a fronte di un canone annuo di 96mila euro, mentre il noleggio sarebbe costato 20mila euro al mese. Se nella tensostruttura c’è ancora la scuola modulare è perché da tre anni la Regione Campania non approva il progetto di riqualificazione sismica della scuola vera e propria. L’obiettivo finale dell’amministrazione era ed è avere un centro di raccolta di Protezione civile di ben 1050 metri quadrati capace di ospitare, in caso di emergenza, 400 persone».

Durissimo il penalista Gaetano Aufiero che definisce abnorme il dispiegamento di 40 uomini dell’Arma per eseguire i decreti di perquisizione firmati dal pm. «Questa spettacolarizzazione della giustizia che sconfina nell’esibizionismo non fa bene- dice- Nel decreto di perquisizione in sostanza si dice che alla stregua delle indagini esperite, ormai un anno e mezzo fa, vi è fondato motivo di ritenere che gli indagati avessero addosso o nelle loro abitazioni atti importanti. Toscano è magistrato di grandissimo valore, credo che sarà il primo a rammaricarsi di come sia stato eseguito il suo decreto di perquisizione. Assurdo che tredici persone siano state trattate come delinquenti, neanche nei comuni dove è notoria l’infiltrazione camorristica assistiamo a scene come quelle viste questa mattina in paese, con tanto di giornalisti al seguito evidentemente avvertiti da qualcuno che, non so chi è, dovrebbe vergognarsi». Il legale si sofferma poi sulla documentazione cercata: «il pm ha precisato, in ben tre pagine di decreto, quali atti bisognava acquisire. Tutta documentazione pubblica già a disposizione degli inquirenti o comunque reperibile tranquillamente in Comune con una richiesta di esibizione atti. Si poteva evitare tale spettacolarizzazione. Non so a chi fa comodo o chi si rallegra per tali scene. Ma è miserabile, la polizia giudiziaria e la Procura della Repubblica non meritano tali figuracce».

 

 



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