Il convegno internazionale ospitato dalla Fondazione Biogem, organizzato dal Centro Europeo di Studi Normanni (CESN), rappresenta un evento di grande importanza storico-culturale, che si inserisce in un più ampio contesto di studi sull’epopea normanna in Italia. Questa due giorni, in programma il 18 e 19 ottobre, non è soltanto un’occasione per riunire studiosi da tutta Europa, ma costituisce un momento di riflessione profonda su un capitolo fondamentale della storia medievale europea, quello della prima generazione dei conquistatori normanni.
Il CESN, sotto la guida del suo presidente Ortensio Zecchino, continua a distinguersi per la sua capacità di promuovere un dialogo internazionale su temi storici, facendo emergere nuove prospettive su vicende spesso cristallizzate in stereotipi o letture parziali. Questo convegno, articolato in sette sessioni, non si limita a celebrare la grandezza dei normanni, ma cerca di esplorarne gli aspetti meno noti, affrontando una narrazione storica che, come disse Marc Bloch, “non è mai fissata una volta per tutte, ma soggetta a continui revisioni e reinterpretazioni” (M. Bloch, Apologia della Storia).
Uno degli aspetti più interessanti di questo evento è il respiro internazionale che lo caratterizza. Gli interventi di studiosi francesi, britannici, polacchi e italiani testimoniano la natura transnazionale dell’argomento, che richiede un approccio comparativo per essere compreso appieno. In effetti, come ha sottolineato Fernand Braudel, “la storia è sempre plurale e mai riducibile ai confini di un solo paese o di una sola cultura” (La Méditerranée). I normanni, nonostante il loro legame iniziale con le terre del nord Europa, sono stati un popolo che ha avuto un impatto profondo su vaste regioni, dalla Sicilia alla Normandia, dalla Puglia alla Terra Santa. Il loro passaggio in Italia meridionale, in particolare, ha lasciato un’impronta indelebile non solo dal punto di vista politico-militare, ma anche culturale e religioso, come dimostrano le meravigliose cattedrali normanne e i complessi monastici che punteggiano il paesaggio del sud Italia.
Il convegno arianese, inoltre, si concluderà con una visita guidata al Museo della Civiltà Normanna di Ariano Irpino, un’occasione preziosa per “toccare con mano” il lascito materiale di questo popolo. Questo aspetto pratico del programma rappresenta un ponte ideale tra il lavoro accademico e la fruizione pubblica del patrimonio storico, dimostrando che la ricerca storica può e deve avere un impatto diretto sulla percezione della nostra identità culturale.
Il CESN, nel corso dei suoi 33 anni di attività, ha consolidato il proprio ruolo come punto di riferimento nel panorama degli studi normanni, organizzando eventi in alcune delle più prestigiose sedi istituzionali europee, come Palazzo Venezia a Roma e l’Università di Cambridge. Questo convegno, dunque, si inserisce in una tradizione di eccellenza, ma al contempo rafforza l’idea di Biogem come centro di cultura e ricerca di respiro internazionale. È significativo che Biogem, noto per il suo meeting settembrino ‘Le 2ue culture’, stia ampliando il proprio orizzonte, confermandosi luogo di incontro tra discipline diverse, in linea con l’idea che la cultura sia, per dirla con Benedetto Croce, “vita che si esprime in ogni atto umano” (La Storia come Pensiero e come Azione).
Questo convegno rappresenta non solo un momento di studio e confronto, ma un’opportunità per riflettere su come le vicende del passato possano ancora oggi influenzare la nostra comprensione del presente, arricchendo la nostra visione della storia come fenomeno complesso e interconnesso.
Rosa Bianco e Fiore Carullo