Mettere un freno alle ‘mancette elettorali’. Un concetto chiaro e condivisibile che però, in un sistema ormai compromesso a tutti i livelli, ha il sapore della rivoluzione e dell’utopia. Ad Avellino se ne fanno interpreti due esponenti politici che militano su fronti opposti: Ines Fruncillo, presidente provinciale di Fratelli d’Italia, e Antonio Gengaro, ex candidato a sindaco del campolargo di centrosinistra, oggi consigliere comunale di opposizione, gruppo Pd. La proposta del patto bipartisan l’ha avanzata la presidente Fruncillo questo pomeriggio, nel corso del primo congresso cittadino di FdI-Avellino, e l’ha rivolta a tutti i partiti, dal centrodestra al centrosinistra, affinché (alla vigilia delle elezioni regionali) stringano una sorta di Patto anti-mancette elettorali, impegnandosi ad invertire una rotta che a molti delusi della politica sembra ormai inarrestabile.
L’APPELLO DI FRUNCILLO: UN PATTO BIPARTISAN CONTRO LE MANCETTE ELETTORALI
“Non parlerò delle elezioni regionali, ma ritengo che sia un dovere riuscire a fare un patto, lo dico ad Antonio Gengaro che ci ha fatto l’onore di accettare l’invito a questo primo congresso cittadino di FdI e che prego di portare questo mio invito nelle sue sedi di partito: un ‘patto anti mancette elettorali’, perché noi abbiamo una necessità di creare condizioni di sviluppo e di evitare di sostituire la parola sussidiarietà alla parola clientela. Troppo spesso in questo territorio si è fatta confusione, e chi lo ha fatto, a prescindere dall’appartenenza politica, ha semplicemente rubato il futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti. Sono convinta che questo appello non cadrà nel vuoto e se verrà raccolto, potremo tra 15-20 anni guardare negli occhi i nostri nipoti e ricordarci che forse una piccola mano per quel successo che nei loro occhi brilla, sarà dipeso anche da noi”.
LA RISPOSTA DI GENGARO: I MIEI FINANZIAMENTI ELETTORALI SONO PUBBLICI, QUELLI DEI MIEI COMPETITOR NO
“Io spero che alle prossime elezioni regionali si presentino due forze politiche contrapposte, un centrodestra e un centrosinistra, senza terze possibilità. E per venire alla tua proposta anti clientele, porto la mia esperienza per la campagna elettorale delle ultime Amministrative di Avellino. L’ho fatta in condizioni psicologiche di grande difficoltà, perché mio padre venne ricoverato in ospedale il giorno in cui si ufficializzò la mia candidatura a sindaco e poi nel corso dei 15 giorni successivi ha avuto un progressivo peggioramento. Ovviamente mi sento in colpa perché avrei potuto assisterlo molto di più se non avessi dovuto fare la campagna elettorale. Il pensiero di mio padre è stato quello di lasciarmi degli assegni in bianco per potermi pagare le spese di quella campagna elettorale. Io sono l’unico dei candidati che ha presentato al consiglio comunale di Avellino, se andate sul sito del Comune si può vedere, il rendiconto delle spese elettorali. Tutti possono vedere che si tratta prevalentemente di fondi della mia famiglia, poi ho avuto dei contributi, in particolar modo dall’associazione Controvento e dal consigliere regionale dei Cinque Stelle Vincenzo Ciampi, dopodiché ci sono state le collette dei miei compagni di liceo. Così ho finanziato la mia campagna elettorale. L’ho fatto con grande orgoglio. Certo, è stato un sacrificio, ma in questo modo non debbo rendere conto a nessuno. Sono molto libero da questo punto di vista. Io non so i miei competitor dove hanno preso i loro soldi, certo avranno dovuto presentare i loro conti alla Corte di Appello, ma sul sito del Comune non c’è ancora scritto. Non voglio fare allusioni, non è nel mio modo di fare. Però c’è un dato di fatto: quello che ho fatto io è pubblico, quello che hanno fatto loro, non si sa”.