Ha aperto eccezionalmente le sue sale al pubblico il Museo dell’ Emigrazione Francesco Durante, di Sant’Angelo dei Lombardi. In visita alla Sala immersiva il Prefetto di Avellino Rosanna Riflesso, accompagnata dal Sindaco di Sant’Angelo dei Lombardi Prof.ssa Rosanna Repole e dalla intera Amministrazione Comunale. La visita è stata anche l’occasione per presentare al pubblico l’installazione di Gennaro Vallifuoco “Salvamento”, scultura in legno in forma di xoana della Dea MEFITE, su pedana specchiante con profilo di luci LED e legni originali della barca del naufragio di Cutro.
“Questa installazione – spiega Vallifuoco – ripete metaforicamente una Pala d’altare, in essa ho realizzato e posto al centro dello spazio una statua, personale reinterpretazione dello Xoanon ligneo della Dea Mefite; nelle restanti forme di questo Polittico vi sono collocati alcuni reperti recuperati dalla spiaggia di Cutro appartenenti all’ imbarcazione degli sfortunati migranti provenienti da Smirne ( Turchia), naufragati tragicamente il 26 Febbraio del 2023. Questi legni, sin da quando mi furono affidati dalla comunità di Sant’Angelo dei Lombardi, mi sono apparsi come risuonanti di una fortissima energia vitale, seppure testimonianza di una disumana vicenda di sofferenza e morte . Per questi motivi ho ritenuto di attribuirgli un valore Sacro, di Reliquie se non addirittura di Icone seppur astratte, e li ho collocati lateralmente alla Grande Madre, maestosa ed Accogliente. La forma di questa scultura si presenta come un corpo traforato con una Porta che simboleggia la soglia di collegamento e di attraversamento tra il mondo terreno e l’ ultraterreno, segni riferibili alla Dea, sovrana dell’ alternanza dei cicli Vita-Morte, in omaggio all’ antico culto ad essa dedicato nel Santuario della Valle D’ Ansanto, luogo sacro e ombelico dell’ Irpinia, cosi detta “ Terra di Mezzo””
Al centro della stessa, all’ altezza del Grembo Materno, no dei reperti che ha una forma spiccatamente verticale e simboleggia l’ asse di collegamento tra la dimensione terrena e quella celeste. “La figura della Mefite per me – prosegue Vallifuoco – rappresenta un simbolo delle profonde radici della memoria e della identità più antiche della nostra terra. L’ Irpinia ci racconta anche una storia antica di emigrazione e di allontanamento ma che , come nella comunità di Sant’ Angelo dei Lombardi, nel tempo Presente, sa farsi Terra di” Accoglienza” e di promessa di nuova linfa e di sviluppo per il Futuro. Questa Pala ideale non è in forma verticale come da canone, ma si proietta sul pavimento, il suo sfondo solitamente dorato come nelle antiche Icone, diventa riflettente e metafora dello specchio d’ acqua del Mediterraneo . La luce radente che la circonda vuole sottolineare la forza vitale che da questa opera intendo emanare, con il coinvolgimento attivo dei visitatori che visitandola si specchieranno in essa. Gli stessi legni-reliquie sono collocati in maniera irregolare, come galleggianti in un flusso liquefatto e di straniante gioco di riflessi che coinvolge i visitatori riportando il racconto metaforico della suddetta vicenda dalla mera cronaca alla dimensione Eterna del Sacro fino al tempo Presente, per fissarsi nella memoria e nella coscienza di tutti noi”.