Di Andrea Covotta
Sfide importanti e complicate attendono nel 2024 sia i partiti di governo che quelli di opposizione. In particolare, in Italia si voterà per le amministrative, un test significativo per il governo di Giorgia Meloni L’attenzione è verso i moderati che possono decidere le sorti delle elezioni. Questo spazio politico, almeno nel nostro Paese, è occupato da sigle che fanno fatica a diventare interlocutori credibili per un certo tipo di elettorato. In questi anni è cresciuto un diffuso disagio del ceto medio, di quell’Italia mite e operosa che auspica soluzioni concrete e non bandierine ideologiche. L’Italia nel 2024 avrà la presidenza del G7 in un momento cruciale: si combattono due guerre, nell’Est dell’Europa tra Ucraina e Russia e nel Mediterraneo tra Israele e Hamas. Un mondo in conflitto e nel 2024, saranno chiamati alle urne in tutto il pianeta oltre quattro miliardi di persone, più della metà della popolazione del globo. Non era mai successo prima. Ci saranno elezioni in 76 Paesi, tra i quali, Stati Uniti, Russia, Bielorussia, India, Indonesia, Messico, Sudafrica, Egitto, Iran e Corea del Sud. Si voterà anche per eleggere il parlamento dell’Unione europea. È probabile, dunque, che nel 2024 si giocheranno le sorti della democrazia nel mondo. Il Presidente della Repubblica Mattarella nel suo discorso di fine anno ha detto che a decidere è il voto libero, non rispondere ad un sondaggio o stare sui social, perché La democrazia è fatta di esercizio di libertà. Più che tra destra e sinistra il confronto appare tra chi cavalca l’onda globale di rivolta contro l’establishment e difende i propri confini nazionali e chi invece vede nell’integrazione l’unica ricetta per affrontare e risolvere le questioni economiche e sociali. L’immigrazione, soprattutto, è percepita dalle classi più deboli della società come una specie di minaccia alla sicurezza e all’identità dell’occidente. La risposta della politica non c’è stata sul piano generale, ogni singolo Stato ha fornito una propria ricetta con il risultato di non controllare il fenomeno che si è sommato all’emergenza finanziaria e a quella sanitaria. In questi ultimi anni gli errori commessi dalle forze politiche tradizionali sono stati molti, come ha messo in evidenza Antonio Polito sul Corriere della Sera “Bisogna riconoscere che i nemici dei populismi hanno finora fallito, nonostante siano quasi ovunque al governo, a isolare e sconfiggere questa nuova corrente di opinione. Forse proprio perché l’hanno sottovalutata, considerata troppo rozza per non essere effimera, e ad ogni parziale vittoria hanno creduto di aver chiuso la partita. Dovrebbero invece prendere sul serio, nei loro programmi e nelle loro politiche, le ansie e le paure di vasti strati dell’elettorato di classe media e ceti popolari: nel 2024 potrebbero essere loro a decidere le sorti della democrazia nel mondo”. La forza di chi oggi incarna populismo e nazionalismo è quella di creare l’illusione che si può uscire dalle varie crisi con la semplificazione e con un potere verticale che mette direttamente a contatto i cittadini con chi governa senza regole e senza meccanismi di controllo.
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