Reduce da due trasferte consecutive, l’Avellino si appresta a fare ritorno al “Partenio-Lombardi” e – probabilmente per la prima vera volta nel corso dell’anno – la cosa genera quasi un sospiro di sollievo. I tre pari consecutivi hanno infatti depotenziato il passo lontano dalle mura amiche dei lupi, che quindi sperano di ritrovare ora la giusta continuità in casa. Per farlo occorrerà battere il Catania di Lucarelli, in un match che offrirà altre importanti indicazioni sul futuro prossimo dei biancoverdi.
Verso Avellino-Catania
La sfida di domani metterà una contro l’altra due tra le formazioni più deluse dell’intero raggruppamento. Per quanto siano in situazioni assai diverse tra loro, infatti, sia la squadra di Pazienza che quella di Lucarelli speravano di avere tutt’altra classifica a questo punto del torneo.
Le difficoltà dell’ultimo periodo hanno però acuito quelle degli scorsi mesi, rendendo di conseguenza complicata sia la rincorsa al primo posto dei lupi sia il tentativo di risalita degli etnei. Al “Partenio” pertanto si incroceranno due squadre alle prese con qualche problema di troppo.
Nel caso dei padroni di casa la pecca principale sta nei gol subiti – sono 5 le gare senza clean sheet -, mentre per gli etnei il vizio risiede essenzialmente nello scarso feeling con la porta avversaria, che li ha portati a trovare appena 5 gol nelle ultime 8 gare di campionato.
A ben vedere, nel match di domani entrambe le formazioni troveranno sulla carta l’avversario giusto per risolvere le proprie criticità. Chi saprà approfittarne potrà quindi far propria l’intera posta in palio, ma anche porre le basi per una possibile rinascita da sfruttare anche nelle prossime gare.
Un tabù da sfatare… con equilibrio
L’Avellino e il Catania si ritroveranno domani ad oltre 4 mesi di distanza dal match di andata, che aveva segnato probabilmente lo zenit tecnico ed emotivo del percorso in biancoverde di Michele Pazienza. Dopo quel match la sensazione di un cammino trionfale per i biancoverdi era forte, come testimoniato dall’accoglienza riservata alla squadra al ritorno dalla Sicilia.
L’entusiasmo e la fiducia maturati in quel contesto erano dettati prevalentemente dall’aver violato un tabù che resisteva da oltre 70 anni. Anche domani, con tutte le differenze del caso, per superare il Catania l’Avellino dovrà fare i conti con una lunga serie negativa. Negli ultimi tre precedenti in Irpinia, infatti, ad esultare sono stati sempre i rossazzurri. L’ultimo successo interno dei biancoverdi risale al novembre 2014 (1-0 Castaldo), praticamente dieci anni fa.
Per sfatare il tabù interno gli uomini di Pazienza dovranno puntare sull’equilibrio – una virtù da rimettere al centro del villaggio, una volta per tutte, anche per il futuro prossimo -, sia da un punto di vista umorale che tattico. Logico pertanto pensare ad un ritorno al 3-5-2, con cui il lupo sa di poter colpire con più efficacia la formazione ospite.
Ricciardi, la spina nel fianco
Il possibile ritorno all’assetto tradizionale riporterà tra i titolari Manuel Ricciardi, esterno reduce da tre panchine consecutive. Proprio il rientro dell’ex Ascoli potrebbe essere la mossa decisiva per garantire alla fase offensiva del lupo quel quid necessario per far male al Catania.
Tranne con il Sorrento, infatti, quando è stato schierato dal 1’, nel 2024 il numero 2 dei lupi non ha mai deluso le aspettative, riuscendo ad alzare la soglia di pericolosità della squadra e mettendo a referto 2 gol, 3 assist e 1 rigore procurato.
Senza Patierno, in un momento in cui la produzione sembra meno pungente, la freschezza di Ricciardi può essere una spina nel fianco per gli avversari e può di conseguenza ampliare le soluzioni offensive a disposizione di Pazienza.
Mattatore assoluto nella gara d’andata con il Cerignola, quattro giorni prima del blitz del “Massimino”, oltre quattro mesi dopo il classe 2000 vuole tornare a far esplodere il “Partenio”. Per rilanciare le ambizioni playoff del lupo e sigillare una stagione, la sua, che sin qui ha assunto tratti decisamente positivi dopo le difficoltà dello scorso anno.
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