Alto Calore, l’ex amministratore unico Ciarcia e altri 10 indagati a processo per i corsi di formazione 4.0 – Corriere dell’Irpinia

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Alto Calore, rinviati a giudizio l’ex amministratore unico Michelangelo Ciarcia e altri 10 indagati nell’ambito dell’inchiesta sulla formazione 4.0 condotta dai pm Vincenzo Russo e Luigi Iglio. Condannati invece i due indagati che avevano fatto richiesta di rito abbreviato tramite i loro legali. La decisione è arrivata al termine dell’udienza preliminare, celebrata questa mattina davanti al gup del tribunale di Avellino Giulio Argenio. L’ Alto Calore e il presidente Antonello Lenzi, hanno scelto di costituirsi parte civile.
La costituzione, affidata al penalista Benni De Maio, è stata accettata in relazione ai capi d’accusa di peculato, ma non per i reati tributari.

Oltre Aiarcia, tra gli indagati ci sono anche il collaboratore dell’ufficio di Presidenza Pantaleone Trasi e Raffaele Castagnozzi, intermediario e docente nei corsi, difesi rispettivamente dagli avvocati Marino Capone e Angelo Leone. Inoltre, è coinvolto anche il sindaco di S.Stefano del Sole Gerardo Santoli, difeso dall’avvocato Luigi Petrillo.

Le contestazioni a vario titolo per gli indagati vanno dall’indebita compensazione (a partire da quella ottenuta nel 2019 per il credito d’imposta previsto dalla legge 205/2017, pari a circa 132mila euro; per il 2020 pari al massimo della somma erogabile, ovvero 250mila euro e stessa cifra per il 2021) in concorso con le diverse società che si sono occupate tra il 2019 e il 2021 della formazione dei dipendenti rispetto alle tecnologie 4.0 .

Alla contestazione di indebita compensazione si collega anche quella di emissione di fatture per operazioni inesistenti. A partire dalle prime due fatture emesse in favore di una delle società, nel giugno e luglio 2020 per un importo di circa 23 mila euro, quattro fatture emesse tra il settembre 2020 e il luglio 2021 in favore di una società casertana per circa 53mila euro; cinque fatture emesse nei confronti di un’altra srl dal marzo al maggio del 2022 per un importo di circa 54.900 euro. Contestato anche l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, proprio al fine di evadere le imposte sui redditi o sul valore aggiunto. Contestata a Ciarcia e al collaboratore della Presidenza in concorso con i vertici delle società anche l’accusa di peculato. Per l’ex amministratore unico anche le false comunicazioni sociali, relativamente all’iscrizione in bilancio delle somme compensate illecitamente.

L’inchiesta, condotta dal Nucleo Pef delle Fiamme Gialle di Avellino, e’ partita nel febbraio 2023 primo blitz della guardia di finanza e i primi interrogatori dei dipendenti svolti dai pubblici ministeri Luigi Iglio e Vincenzo Toscano dalla denuncia di uno stesso dipendente dell’ente di Corso Europa.

Le indagini condotte dal Nucleo Pef delle Fiamme Gialle di Avellino, guidato dal tenente colonnello Alessio Iannone, sono partite dalla denuncia di un dipendente dell’Alto Calore. Secondo gli organi inquirenti, la formazione del personale era fittizia e le somme versate per i corsi mai effettuati venivano presentate come credito d’imposta in maniera illecita. Le accuse principali comprendono l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, indebita compensazione, peculato e false comunicazioni sociali, arrecando danno a soci e terzi.

Gli indagati, difesi dagli avvocati Nello Pizza, Capone Marino, Francesco Perone, Angelo Leone del Foro di Benevento, Cesare Maria Patroni Griffi del Foro di Napoli, Petrara Graziantonio del foro di Matera e Amelio Gennaro del foro di Napoli Nord, Carla Maruzzelli del foro di Napoli, Luigi Petrillo e Innocenzo Massaro



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