Alto Calore, prosegue lo scontro a distanza tra Aurisicchio e Ciarcia – IL CIRIACO

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Continua lo scontro a distanza tra l’esponente di Sinistra Italiana Raffaele Aurisicchio e l’amministratore unico di Alto Calore Michelangelo Ciarcia. Dopo un primo scambio di accuse al vetriolo (leggi qui), è Aurisicchio a rincarare la dose.

«Devo confessare la mia ignoranza. Ci sono cose che non sapevo. Non sapevo che all’Alto Calore avessimo Romiti, manager di alto valore, capace e competente ma incompreso e sottovalutato. Se non me ne sono accorto è certamente colpa mia. Ma qualche alibi a mio favore ce l’ho. Sono anni che leggo di bilanci in perdita, di letture che non si fanno, di aziende che non pagano, di reti che perdono, di comuni che minacciano contenziosi, di una dotazione organica con molti appannaggi dirigenziali e pochi addetti alle reti e al rapporto con gli utenti. Questo è il modo in cui dall’opinione pubblica viene percepita l’azienda e con questa realtà occorrerebbe, umilmente, fare i conti. La realtà stride con la propaganda e dovrebbe suggerire atteggiamenti più cauti. Non serve a niente spaccare e buttare al sole perché resta il fatto che l’acqua è poca…e la papera non galleggia! E mai galleggerà, se si dovesse continuare ad andare avanti così- scrive Aurisicchio- Non sapevo che stare sui fatti, evidenziare i problemi, criticare il modo in cui vengono fatte le cose equivale ad alzare polveroni e ad alimentare l’antipolitica. Ho sempre pensato che in politica fosse necessario avere obiettivi e indicare soluzioni. Riguardo all’acqua pubblica e all’Alto Calore non ho mai nascosto quali debbano essere gli obiettivi da conseguire: piena attuazione del responso referendario, società di gestione di proprietà pubbliche e di diritto pubblico, Alto Calore non più spa ma azienda speciale di proprietà dei comuni e degli enti locali, un nuovo management a corso Europa per segnare una necessaria discontinuità e per rendere credibili i programmi dell’azienda. E’ lecito avere simili idee o preventivamente occorre chiedere a Ciarcia di verificarne la conformità politica? Il fatto curioso è che mentre ci accusano di inconcludenza, di assoluta mancanza di esperienza di gestione (non è vero perché qualcosa abbiamo gestito e diretto anche noi) l’unica proposta concreta in campo, quella di chiedere l’intervento di Cassa depositi e Prestiti, è venuta dalla nostra parte e Ciarcia e le altre forze politiche non hanno potuto ignorarla. Non sapevo che Alto Calore fosse stata esentata dall’obbligo del rispetto dei criteri di imparzialità e trasparenza nei bandi e nelle selezioni. Il ragionamento proposto è il seguente: quel che conta è che si è data una possibilità a 56 giovani e che è stato inferto un colpo alla disoccupazione. Invece no, proprio perché si tratta di un’azienda di proprietà pubblica e non privata, conta anche come sono stati definiti gli ammessi e chi sono i beneficiari. Mi è sembrato che Ciarcia più che replicare a noi abbia voluto parlare  al suo partito per ribadirne il controllo della golden share. Per questo l’atteggiamento muscolare e i toni da bullo. Ma al di là di chi fossero i reali destinatari noi non ci lasciamo intimidire e continuiamo a proporre una svolta nella gestione di Alto Calore».

 



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