Ambiente e sostenibilità: 10 consigli per essere più green

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Nell’impegno per un mondo e uno stile di vita più sostenibile anche i piccoli gesti contano. È questo il mantra che ci deve guidare. Dobbiamo essere sempre più consapevoli e partecipi, promotori del buon esempio. «La lotta ai cambiamenti climatici si combatte ogni giorno, in tutte le case», spiega Ester Asin Martinez, direttrice dell’ufficio delle politiche europee del WWF, per la tutela del clima e dell’ambiente.

«Spesso è dal basso che viene la spinta per decisioni importanti, epocali. Chi acquista genera una richiesta di prodotti e servizi ed è quindi in grado di influenzare il mercato. Ecco perché è importante lo shopping consapevole e non compulsivo, che ci permette sia di risparmiare sia di scoprire prodotti più innovativi, con meno impatto ambientale. Non dobbiamo mai sottovalutare il rovescio della medaglia, cioè quello che accadrebbe (e, in parte, sta già succedendo) se continuiamo a consumare senza criterio, senza consapevolezza delle conseguenze. Bruciare le risorse sta rendendo sempre più incerto il nostro futuro». Tradotto in pratica: qui trovi 10 idee per una quotidianità più “green” e sosenibile, facili da mettere in pratica ed efficaci. 

  • Spostarsi in bici tutto l’anno

    Puoi usarla persino per un trasloco o la spesa mensile, noleggiando una cargo bike. Anche muoversi con bimbi o cane al seguito è facile grazie ai sempre più diffusi carrellini. Inoltre il numero delle ciclabili è in aumento, così come la sicurezza per chi sceglie le due ruote. Crescono le attività educative per le famiglie in bici, nonché le ciclofficine. Passati poi i tempi del “pantaloncino da ciclista”, oggi l’outfit per pedalare strizza un occhio anche alla moda.

    Perché
    Ogni ciclista urbano è un’auto in meno, pari a un risparmio di 2,4 t di CO2 all’anno; in più, secondo gli studi, ciascuna automobile genera 26,5 t di rifiuti. Di contro, l’uso della bici produce benefici in termini di sostenibilità ambientale, perché permette di risparmaire carburante, ridurre l’inquinamento e migliorare la salute pubblica nei Paesi Ue, quantificabili in 150 miliardi di euro annuali.

  • Comprare cibo a km zero 

    Acquistare i prodotti alimentari in zona, aiutando anche le piccole produzioni, è una scelta di sostenibilità ambientale, utile a mantenere “sano” il territorio, evitare grandi spostamenti di merce e tanti imballaggi, utilizzati per preservare i prodotti durante i viaggi più lunghi. Puoi scegliere tra gruppi di acquisto, mercati contadini, spacci al dettaglio degli stessi produttori, piattaforme on line legate al tuo territorio. Un’altra buona scelta, inoltre, è quella dei negozi dove si compra sfuso, risparmiando risorse e denaro.

    Perché 
    Il 40% degli imballaggi per alimenti non è riciclabile, totalmente o parzialmente, e ha un costo elevato. Il 50% circa del volume dell’immondizia in Italia è costituito proprio dal packaging dei prodotti alimentari. Che genera il maggior volume di quelli in plastica.

  • Più smart working 

    L’Enea ha calcolato, coinvolgendo 29 amministrazioni pubbliche italiane, che lo smart working ha fatto risparmiare a ogni persona un’ora e mezza al giorno (prima impiegata negli spostamenti) e un totale di 46 milioni di km percorsi in automobile, evitando di bruciare 4 milioni di euro di carburante. Soprattutto non abbiamo respirato 8mila t di anidride carbonica, 1,75 t di micropolveri PM10 e 17,9 t di ossidi di azoto.

    Perché 
    Lo smart working si è rivelato quindi una scelta sostenibile e utile anche all’ambiente. In futuro potrebbe continuare a ridurre, in un anno in Italia, tanta anidride carbonica quanto quella emessa da 60 milioni di voli tra Londra e Berlino. Certo, il lavoro agile è una scelta che spetta in primo luogo alle aziende, ma farsene sostenitori è importante. Le proiezioni sul fenomeno immaginano una media di 2 giorni lavorativi alla settimana in sede, il resto a casa.

  • Riciclare e riusare anche i capi outdoor 

    Per chi pratica trekking, arrampicata o mtb strappi, zip danneggiate o parti estremamente consumate sono all’ordine del giorno. Così, per evitare lo spreco, sempre più brand garantiscono la riparazione dei loro capi di abbigliamento. Accade per la Vibram che, con la campagna “Repair if you care”, ha coinvolto una rete di calzolai esperti, specializzati nel risistemare le suole. Mentre Patagonia fornisce dettagliate istruzioni sulla manutenzione di ogni capo (anche con video tutorial), recupera quelli ormai consumati, per riciclare le materie prime e organizza tour in camper dedicati alle riparazioni. Anche GORE-TEX, che fornisce la stoffa per giacche, zaini, scarpe impermeabili e traspiranti, ha fatto una selezione di centri di riparazione autorizzati, a cui rivolgersi con fiducia.

    Perché 
    L’industria tessile è una delle più inquinanti, con 1,7 miliardi di t di anidride carbonica all’anno e, secondo le previsioni, la richiesta di abbigliamento, anche sportivo, continuerà a crescere. Inoltre molti capi, in materiali sintetici, sfruttanoil petrolio come materia prima.

  • Regolare bene la temperatura dell’acqua

    La caldaia più è nuova, più è amica dell’ambiente, perché inquina meno. Le caldaie a condensazione sono le più efficaci, ma non basta. Va gestita anche la temperatura dell’acqua sanitaria, che non ha senso sia superiore ai 55 °C. Anche perché poi la misceleresti con acqua fredda.

    Perché
    Uno scaldabagno elettrico da 1000 watt, acceso per circa 6 ore al giorno, consuma 1 kWh e il costo dell’acqua calda prodotta pesa, in media, sul 20% sulla bolletta elettrica.

  • Portare la tazzina da casa

    Porta sempre con te una tazza di ceramica o alluminio (praticamente indistruttibile). Esistono anche in versione “bicchierino”, utilissime per la macchinetta delle bevande self service, perché molte hanno l’opzione che permette di non far scendere il bicchiere di plastica. Uno studio internazionale, condotto fra il Brasile e Oxford, ha scoperto che nella tazzina in porcellana o ceramica il caffè offre maggiore soddisfazione, anche perché mantiene di più calore, aroma e profumo.

    Perché
    Ogni minuto Starbucks, da solo, mette in circolazione 8mila bicchieri di plastica. Pensa a moltiplicare questo numero per tutti i bar e le caffetterie che offrono il servizio “to go”, quindi con la tazzina (in carta o plastica) da portar via. In Italia il fenomeno è esploso con la pandemia, nel 2018 solo il 3% dei caffè serviti nei locali era da asporto. In paesi come Giappone, Usa o Canada raggiungeva già quasi il 50%. E l’emergenza Covid-19 ha esasperato il fenomeno.

  • Dare spazio alle piante

    Le piante “mangia inquinamento” funzionano davvero, sono alleate dell’ambiente e ci proteggono da sostanze tossiche, insetti pericolosi e fastidiosi. Senza contare che il verde pubblico, sulle strade, non solo rende bello il paesaggio, ma garantisce temperature più piacevoli in estate.

    Perché

    “Un’area verde urbana di 1500 mq raffredda in media di 1,5 °C e diffonde i suoi effetti a 100 m di distanza”, fa sapere il Ministero della Salute. Pure per gli interni, sono almeno una ventina le piante in grado di assorbire sostanze tossiche o dannose: dall’aloe vera al ficus elastica, passando per il falangio e lo spatifillo.

  • Usare la pellicola ecologica

    Cera al posto di plastica. Si tratta di fogli di cotone, traspiranti e antibatterici, disponibili in diverse dimensioni, imbevuti di cera d’api e resina. Un involucro perfetto per proteggere il cibo, modellabile, lavabile, riutilizzabile centinaia di volte e riparabile con il suo kit, nel caso si forasse.

    Perché
    Solo nei supermercati si usano 3 milioni di tonnellate all’anno di pellicola. Il più delle volte quella per alimenti è realizzata in PVC, flessibile e aderente, ma molto inquinante già in fase di produzione e di difficile smaltimento, perché si ricicla con grande difficoltà. Esistono anche pellicole in polietilene, migliori sotto il profilo ambientale ma meno flessibili, o in Mater-Bi, compostabili però decisamente più care.

  • Sfruttare il noleggio Da affittare, ormai, si trova di tutto, dal tagliaerba all’abito per una serata importante, dalla tenda per il campeggio all’attrezzatura per la gita in montagna. Alcune città, fra cui Bologna, Firenze e Palermo, propongono la “biblioteca delle cose”, un’idea nata in Canada che dà in affido, per un periodo breve, oggetti di uso comune ma non così indispensabili da dover essere acquistati: tavole e panche per una festa in giardino o un barbecue, ad esempio.

    Perché
    I dati del rapporto Ispra ci dicono che nel 2019 in Italia sono stati prodotti 30 milioni di t di rifiuti urbani. Acquistiamo troppo e poi buttiamo, anche se non è rotto, quando non lo usiamo più.

  • Fare scelte hi-tech per non sprecare l’acqua

    Cerchiamo tutti di ridurre il consumo d’acqua, facendo attenzione durante la doccia, quando laviamo i piatti o i denti. Ma anche la tecnologia ci può aiutare, perché i rubinetti possono garantire un buon risparmio idrico. Il primo elemento è il limitatore di flusso: si passa in media da 8 a 6 litri emessi al minuto, sempre con la stessa pressione di uscita. Esistono anche delle cartucce, installate nel miscelatore, che permettono la regolazione del flusso idrico e l’impostazione della temperatura dell’acqua calda. E poi c’è anche la temporizzazione: si può decidere di avere un’emissione di acqua per un certo numero di secondi/minuti, sufficienti ad esempio per lavarsi le mani oppure fare la doccia.

    Perché
    Secondo uno studio di In a bottle, il primo magazine italiano dedicato all’acqua, il 51% degli italiani è poco sensibile al tema del consumo idrico: il 27% non chiude il rubinetto nel momento in cui si spazzola i denti, proprio come il 36% delle donne quando fa lo shampoo, mentre il 37% di chi lava i piatti a mano lo fa sotto l’acqua corrente. Oltre alle buone pratiche, un limitatore di flusso dà una mano all’ambiente perché permette di risparmiare mille litri al mese, in una famiglia di 4 persone.

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    Articolo pubblicato sul n. 10 di Starbene in edicola e sulla app dal 14 settembre 2021





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