“Viviamo in tempi eccezionali. La lunga pandemia, che tante sofferenze e lutti sta generando in tutto il mondo, ha messo in discussione il nostro tempo, le sue certezze, le sue finte solidità. Le debolezze strutturali del nostro Paese e l’inadeguatezza della sua classe dirigente hanno fatto si che l’Italia sia uno dei Paesi con la più alta mortalità e con la più bassa capacità di governo delle persone e dei processi economici e sociali in un’ottica di contenimento del virus”, lo dichiara “Avellino Prende Parte” in una nota.
“Le proiezioni in picchiata del PIL, l’impoverimento delle famiglie, la disoccupazione (solo temporaneamente tamponata dal blocco dei licenziamenti), la bassa qualità del dibattito pubblico lasciano prefigurare per i prossimi mesi una crisi forse ancora più dura di quella vissuta negli ultimi mesi – spiegano. L’Unione Europea, già in crisi di identità da almeno un decennio dopo gli errori dell’era dell’ austerity, ha deciso di giocarsi il proprio futuro sul prossimo settennato di bilancio e in particolar modo sui fondi aggiuntivi del fondo “Next Generation Eu”, quello che in maniera indicativa in Italia perde la sua connotazione generazionale e si trasforma in recovery fund. L’Italia è il Paese che beneficerà di più dei fondi aggiuntivi – oltre 200 miliardi tra prestiti e finanziamento a fondo perduto – e non è un azzardo dire che il futuro del UE si giocherà nel nostro Paese, sulla nostra capacità di investire i fondi che arriveranno per innestarci in una traiettoria di crescita, sostenibilità e innovazione”.
“In particolare per il mezzogiorno i prossimi 7 anni rappresentano un’occasione forse irripetibile per superare i decenni di sottosviluppo e di arretratezza dal punto di vista infrastrutturale ed economico. L’Irpinia – ad esempio – dovrebbe comprendere come questa sia la chance per invertire la tendenza all’emigrazione giovanile (oltre 2.000 giovani l’anno), alla precarizzazione del mercato del lavoro, alla chiusura degli stabilimenti industriali, al progressivo abbandono della terra e incuria dei paesi e della città – aggiungono. Il nostro Paese non ha brillato negli ultimi anni nella capacità di programmare e spendere le risorse. Avellino ha forse fatto peggio degli altri a guardare quello che è successo con i fondi del post-sisma ma anche – per restare in anni più vicini – con quelli dei PICA o dei PICS. Il principale ostacolo allo sviluppo – una classe dirigente ingorda e incapace – è ancora ben saldo ai posti di comando e l’occasione ghiotta del forse ultimo grande finanziamento pubblico non può che fargli venire l’acquolina in bocca”.
“Per le popolazioni dell’Irpinia è l’ultima chiamata ad alzare la testa, a contendere con le vecchie e nuove facce che hanno sempre governato questi territori l’utilizzo di queste risorse per costruirsi un futuro a queste latitudini, a reimmaginarsi le aree interne, a ridefinire un’idea di sviluppo all’altezza della sfida tecnologica e soprattutto della crisi climatica in atto – dichiarano. Certo non bastano i singoli episodi, ma solo una sinfonia delle migliori energie di questa terra può ambire a contendere uno spazio decisionale sui progetti da presentare per il prossimo settennato facendosi anche forza dell’indicazione dell’unione europea alla partecipazione dei cittadini e le sue organizzazioni alla programmazione ed esecuzione dei progetti. Vanno coinvolti i troppi cervelli in fuga ma anche le tante risorse rimaste, che giorno dopo giorno armano la loro resistenza con la forza dell’ingegno, l’ottimismo della volontà e il pessimismo della ragione”.
“Crediamo – concludono – che sia il momento di costruire una coalizione sociali e civica in grado di fare massa critica, di contendere questo spazio di determinazione e costruzione del futuro, per giocarsi da protagonisti quest’ultima partita. Per questo motivo rispondiamo presente all’appello promosso da Controvento per l’apertura di uno spazio pubblico di confronto e, speriamo, azione e ci auguriamo che presto anche tutte le forze sociali, associative e sindacali della provincia possano unirsi in questo sforzo congiunto”.