Avellino- Con un ritardo di un’ora sulla tabella di marcia del suo tour campano pubblicizzato con una locandina social su cui l’Etna prende il posto del Vesuvio, Matteo Salvini arriva alle 18 a via Stanislao Mancini per l’inaugurazione della nuova sede della Lega. Ad attenderlo in strada un migliaio di persone, mantenere il distanziamento sociale, con buona pace degli appelli ironici del senatore Pepe, è ovviamente impossibile. Nonostante per la venuta del senatore leghista il Comune di Avellino abbia previsto, per motivi di ordine pubblico, il divieto di sosta nell’area antistante il palazzo che da oggi ospiterà il Carroccio irpino, i supporter di Salvini arrivano un po’ da tutta l’Irpinia e vogliono vedere il loro leader da vicino. Sfidano pioggia e distanze di sicurezza, la maggior parte per amor di cronaca indossando la mascherina forse per evitare il codazzo di polemiche seguite alla manifestazione del 2 Giugno a Roma, pur di esserci e di aspettare il proprio turno per salire su in sede e incontrare da vicino Salvini.
Ma ad accogliere l’arrivo del leader della Lega ci sono anche i cittadini che hanno utilizzato quegli stessi balconi su cui si cantava durante la quarantena per esorcizzare la paura della pandemia e sentirsi meno soli, per contestarlo tra urla e fischi e inviti a tornare a casa.
“Vai via, stai creando solo assembramenti pericolosi” urla una ragazza. Un’intera famiglia gli dice di far rientro al Nord, “Avellino non si lega” gridano, una signora armata di mestolo e pentola, inizia a far rumore mentre Salvini parla, seppur per pochi minuti, alla folla bagnata. C’è anche chi ha lanciato un uovo, non dai balconi ma, come si vede chiaramente dalle immagini, dalla strada. Nessuna empatia con i ‘balconisti’ di via Tagliamento neanche quando il senatore, raggiunta la sede di partito al secondo piano, si affaccia dal balcone per alzare al cielo la consueta felpa inneggiante il luogo in cui si trova in quel momento, questa volta è toccato ad Avellino. Nulla, “questa non sarà mai la tua città” gli comunica a gran voce un’anziana. E poco hanno gradito l’arrivo blindatissimo dell’ex vicepremier anche alcuni dei commercianti della zona. “E’ assurdo che dopo due mesi di lockdown, oggi siamo costretti a restare chiusi per ore perché lui deve inaugurare la sede del suo partito. Noi tempo da perdere non ne abbiamo- gli grida un negoziante- lasciaci lavorare”.
Una protesta rumorosa e variegata ma spontanea, arrivata direttamente dalle case dei cittadini. Nulla di organizzato da quei partiti o movimenti che in tutte le altre città di Italia non perdono occasione per far sentire la loro voce quando arriva Salvini. Quella, l’indignazione organizzata, si limita a correre sui social mentre dalle case qualcuno fa rumore, magari armato di mestolo e padella.