Quale futuro per la depurazione industriale in Irpinia? Se ne sta discutendo da settimane ma ora si avvicina la scadenza, il 20 giugno, del bando che l’Asi ha pubblicato e con il quale cerca il partner a cui affidare, per 25 anni, previo esborso di due milioni e settecentocinquantamila euro, il 49 per cento delle quote.
L’obiettivo di fondo resta quello di tenere la filiera della gestione della depurazione in mano pubblica e per questo l’interlocuzione con la Provincia è stata avviata da tempo. L’operazione potrebbe andare a buon fine attraverso l’intervento di Irpiniambiente, la società interamente pubblica che gestisce il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti che si occuperebbe così anche della depurazione. Sarebbe questo il modo per garantire che tutto resti nelle mani del pubblico. Il buon esito dell’operazione, però, non è affatto scontato.
In primo luogo perché c’è un bando e dunque chi ha la possibilità, oltre ad avere le competenze specifiche previste espressamente dal bando ed elemento niente affatto secondario, può presentare la propria offerta. Ma ci sono poi alcuni elementi di perplessità che riguardano la società pubblica che andrebbero chiariti per non prestare il fianco a qualche sospetto.
In primo luogo, come detto, avere già un know-how nel settore della depurazione: lo prevede il bando ma Irpiniambiente non si è mai occupata di depurazione e ora dovrebbe farla negli impianti Asi. C’è poi il nodo dipendenti. La soluzione della vicenda Asidep significherebbe anche chiudere una volta per tutte la partita del CGS e dei suoi dipendenti, una ottantina circa, che passerebbero in carico alla società partecipata interamente da Palazzo Caracciolo. Ma Irpiniambiente ha a sua volta, così si evince dal Bilancio 2018 ultimo pubblicato, un problema con i suoi dipendenti (617 all’epoca) che hanno accumulato 232mila ore e che oggi dovrebbe accollarsene altri.
E ovviamente non manca il nodo economico rappresentato dalla bilancia tra crediti vantati dai comuni (45 milioni) sempre molto difficili da riscuotere e debiti verso gli stessi e verso i fornitori (una ventina) e questi vanno onorati. L’ esborso previsto dal bando, dunque, è notevole e le valutazioni che si stanno facendo includono sicuramente tutti questi aspetti. È indubbio che l’eventuale ingresso della Provincia e di Irpiniambiente nella depurazione renderebbe ancor più forte, quasi blindato, il ruolo della società rispetto alla scelta che l’Ato rifiuti dovrà fare per indicare il soggetto che si occuperà della gestione del servizio. Ma questa è solo una supposizione alimentata anche dal silenzio che fino ad ora i protagonisti hanno tenuto sulla vicenda e che ora, però, non sembra più essere una via percorribile: ci fate capire come finirà questa vicenda con annessi e connessi?