Asidep, Biancardi: non parteciperemo alla gara. Irpiniambiente? Ha le carte in regola – IL CIRIACO

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Nubi sulla gestione futura dell’Asidep, azienda di proprietà dell’Asi (ex Cgs) impegnata nella depurazione industriale il cui 49% è stato messo a bando dal consorzio industriale. La scadenza è fissata il prossimo 30 giugno. Si dovranno versare immediatamente 2 milioni 750mila euro per l’acquisizione delle quote come richiesto dal commissario liquidatore dell’ex Cgs per far fronte alle richieste dei creditori, assicurarsi la gestione di depurazione industriale, opere idriche e fognarie a servizio delle aree industriali di 9 comuni (Calitri, Conza della Campania, Flumeri, Lacedonia, Luogosano, Morra de Sanctis, Nusco, Sant’Angelo dei Lombardi, Senerchia) per 25 anni.

Servizio svolto  in questi anni dal Cgs (oggi Asidep) al 100% partecipata dall’Asi, con il risultato di una gestione fallimentare scongiurata  solo per salvare gli operatori e la sottoscrizione di un concordato con il tribunale che ha portato alla messa a bando delle quote.

La Provincia di Avellino attraverso la controllata Irpiniambiente che già gestisce il ciclo dei rifiuti in Irpinia, ha manifestato la volontà anche di interessarsi al servizio di depurazione. “E’ una richiesta dei sindacati incontrati già due volte. Avevano delle perplessità in merito al bando e ci hanno chiesto di intervenire per salvare la proprietà pubblica” spiega il presidente Domenico Biancardi a margine del primo consiglio provinciale post fase 1 covid convocato a Palazzo Caracciolo. Al bando in scadenza però la Provincia tramite Irpiniambiente non ha intenzione di partecipare. “Non partecipo ad alcun bando, abbiamo dato la disponibilità a gestire il servizio. Sarà un tavolo tecnico dell’Asi a verificare la possibilità”.

Bando a cui Irpiniambiente sembrerebbe non poter partecipare non avendo alcuni requisiti tra cui la comprovata esperienza nel settore della depurazione. “Irpiniambiente ha esperienza e certificazioni di qualità che la vedono tra le prime imprese in Italia per il servizio svolto (rifiuti, ndr). Dobbiamo continuare ad investire per essere più strategici rispetto alle tematiche ambientali intervenendo con azioni concrete. La depurazione – ha aggiunto Biancardi – ha bisogno di diminuire i costi e dovremmo agire direttamente lì dove andiamo a sversare. L’Irpinia del futuro se vuole essere autonoma deve investire in questi servizi. Noi abbiamo la possibilità di poterlo fare, se hanno bisogno della Provincia ci siamo”. L’idea è quella di fare di Irpiniambiente una multiservizi ambientale, blindandola anche dinanzi al futuro affidamento del servizio di gestione rifiuti da inserire nel Piano d’Ambito dell’Ato. Nonostante la stessa Irpiniambiente non viva un momento economico floridissimo, con oltre 40 milioni di euro di crediti dai comuni che non riesce ad incassare e quasi la metà di debiti verso fornitori. 107 operatori in cassa integrazione per l’emergenza Covid su 607 e senza ridurre i costi a carico dei Comuni, con la prospettiva di assumere anche i circa 80 lavoratori dell’Asidep.

Della forza lavoro di Irpiniambiente si è discusso anche durante il consiglio provinciale. All’ordine del giorno politiche assunzionali e contenimento degli oneri del personale.
“La nuova dirigenza, Armando Masucci direttore generale e Matteo Sperandeo amministratore unico, ci ha strigliati per l’adozione di alcune procedure di controllo sulle unità lavorative e gli infortuni” ha spiegato il presidente della Provincia. Dall’ultimo bilancio depositato relativo all’anno 2018 si sono registrate assenze dai luoghi di lavoro per 232mila ore (permessi, infortuni, malattie e ferie) ed un incremento delle ore di straordinario. Presumibilmente stesse condizioni verificatesi nel 2019 e si prospettano anche nel 2020 tanto da far propendere il socio unico Provincia ad un indirizzo politico “meno straordinari, più personale” dichiara Biancardi scegliendo la strada dei contratti di lavoro flessibili per far fronte alle esigenze della stagionalità. Il perchè dell’assunzione lo si evince nel provvedimento presidenziale dello scorso 4 maggio, in seguito alla richiesta di Irpiniambiente per far fronte alla gestione del servizio Giugno-Settembre 2020, approvato dal consiglio provinciale. “Limitare l’incremento, strutturale e permanente, dei costi connessi alla gestione del personale, tenendo conto della fase avversa del ciclo economico e degli impatti prevedibili nel breve e medio periodo sulla solvibilità finanziaria dei Comuni gravemente condizionata dalla già conclamata crisi di liquidità di famiglie ed imprese; in questo contesto, la programmazione e l’effettuazione di spese, anche assunte in esecuzione degli atti di programmazione del personale, dovrà essere attentamente valutata in ragione degli impatti di breve e medio periodo che le stesse possono riverberare sui Piani economico-finanziari dei Comuni e, quindi, sulle relative componenti tariffarie TARI (tributo o corrispettivo); − ricorrere a tutte le forme di assunzione di personale mediante contratti di lavoro flessibile, in modo da far fronte alla stagionalità dei fattori produttivi e/o a cause esogene connesse al periodo di emergenza epidemiologica, tenendo conto degli equilibri economici e delle suesposte esigenze di contenimento delle relative dinamiche tariffarie”. La domanda, come diceva quel tale, sorge spontanea: a queste condizioni può Irpiniambiente gestire anche il servizio di depurazione?



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