Asidep, parti ancora distanti. Caruso: “Nessun risultato utile alla nostra causa”

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Come sindacati e lavoratori avevano previsto, la riunione di oggi pomeriggio non ha portato nessuna novità. E, in merito, alla vertenza Asidep, nessun risultato. “Nessun risultato utile alla nostra causa” afferma Antonio Caruso.

Le posizioni, tra il presidente dell’Asi, Pasquale Pisano, e i 53 dipendenti, restano invariate e ancora più distanti. Non si è andati oltre al precedente deliberato del comitato direttivo dove si chiedeva agli operai della depurazione irpina, che non percepiscono lo stipendio da cinque mesi e non hanno ricevuto la tredicesima e i contributi lavorativi da alcuni anni, di firmare praticamente in bianco la bozza di accordo presentata nel corso della riunione nella sede di Pianodardine.

I sindacati, Fiom, Fismic e Uglm, hanno chiesto al liquidatore unico di Asidep, Rino Covino, a quanto ammonta la massa debitoria della partecipata “ricevendo – dice Giuseppe Zaolino, segretario provinciale della Fismic- una risposta evasiva. Ma di molto”.

Asi ha fatto lo stesso quando, a Pisano, sono state chieste rassicurazioni sugli eventuali esuberi, che ci saranno entro il 31 dicembre prossimo, se non si dovesse concretizzare il loro passaggio alla nuova società.

Sindacati ed operai hanno avuto la sensazione che nemmeno una società in project financing potrà salvare la depurazione. Quindi quella più accreditata, Geko spa, potrebbe sfilarsi per dare spazio ad un nuovo avviso pubblico di affidamento. “C’è un vincolo di bilancio da rispettare – dice ancora Caruso – e tutto va fatto nella legalità. Per Pisano, però, legalità significa che noi dobbiamo lavorare senza remunerazione. Si nascondono dietro ad un dito – continua Zaolino -. E a nulla servono le dichiarazioni pompose del presidente della commissione regionale Agricoltura, Maurizio Petracca, che sventolava i cinque milioni di finanziamento per l’ammodernamento del servizio di depurazione.

“Non garantiscono su occupazione e salari. Cosa ammodernano se, poi, licenziano?”. Per Zaolino, in Irpinia, ci troviamo davanti ad un paradosso: “I dem si dicono di sinistra ma non si fanno scrupoli a licenziare. In provincia di Avellino sono di destra più della destra conservatrice”. E termina dicendo che “arriveremo anche fino alla segretaria del Pd, Elly Schlein, per farle ascoltare le contraddizioni in meno al suo partito”. Intanto ai lavoratori resta solo la rabbia.


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