Aste ok, Aufiero: “Clamorosa e sonora bocciatura dell’ipotesi accusatoria”

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Il primo effetto e’ la scarcerazione di tutti gli imputati se non detenuti per altro. Per cui hanno lasciato il carcere Armando Pompeo Aprile, Antonio Barone, Gianluca Formisano, Pagano Beniamino, che erano in carcere per questo titolo custodiale. Mentre restano in cella, benché scarcerati, Nicola Galdieri e Carlo Dello Russo condannati nel processo principale al Nuovo Clan Partenio.

“Ieri sera si è concluso il processo “Aste ok”. Credo sia il caso di fare alcune necessarie precisazioni, anche perché le prime dichiarazioni a caldo non mi sembra abbiano dato un grande contributo di chiarezza. La verità è che l’ipotesi accusatoria è stata clamorosamente respinta e ritenuta non provata. Dopo più di 80 udienze e dopo un dibattimento di 2 anni e mezzo, il Pm non ha dimostrato l’associazione che contestava. Gli imputati non erano partecipi o promotori della presunta associazione denominata Nuovo Clan Partenio, che è stata giudicata nell’ambito dell’altro processo”, afferma l’avvocato Gaetano Aufiero, difensore di fiducia di Nicola Galdieri, Beniamino Pagano e Carlo Dello Russo.

“Il Tribunale ha espressamente detto che tutto ciò che è stato provato nell’ambito dell’altro processo non è stato altresì provato in questo processo. Ed in questo processo, secondo l’ordinanza di ieri, è stata provata l’esistenza di un’altra associazione che aveva come esclusiva attività criminale la turbativa delle aste e le estorsioni di carattere ambientale collegate alle stesse procedure esecutive turbate. E, quindi, occorre fare un nuovo processo che dovrà eventualmente accertare se effettivamente nel dicembre 2018 e per pochi mesi fino a giugno 2019 operò in Avellino una diversa compagine associativa, parallela e comunque diversa da quella già oggetto di sentenza che aveva in Galdieri Nicola e Dello Russo Carlo i componenti “in comune”. È evidente che il nuovo processo, esclusa l’ipotesi accusatoria formulata fino a ieri e per la quale ci sono stati diversi imputati detenuti per 3 anni e mezzo, dovrà valutare se sia configurabile un’associazione di stampo mafioso dedita esclusivamente alla gestione delle aste giudiziarie non in un regime di monopolio come fantasiosamente contestato nel processo concluso ieri, ma alla gestione di 13 aste giudiziarie su un totale di circa centinaia di procedure esecutive regolarmente concluse nello stesso periodo”.

“È evidente che sarà un processo che avrà un tema di prova del tutto diverso, perché una cosa è dire che una preesistente organizzazione mafiosa che secondo l’accusa consumava anche altri reati e che aveva un controllo del territorio si è interessata ad un certo punto anche di aste giudiziarie (ed era l’accusa formulata nel processo ma severamente respinta dal tribunale di Avellino), ma tutt’altra cosa è sostenere e provare che per alcuni mesi (non più di 6) si formò una nuova cellula mafiosa che si interessò di aste giudiziarie, in quanto sarà più difficile provare la sussistenza di tutti gli elementi di un’associazione mafiosa per come contemplati dall’art. 416 bis e per come sviluppati dalla giurisprudenza. – prosegue il penalista – Peraltro, l’ordinanza di ieri che di fatto ha concluso il processo “Aste ok” e che potrebbe aprire le porte di un altro processo per associazione mafiosa mal si concilia (anzi, per vero non si concilia affatto) con la sentenza che ha concluso il primo grado del processo del cosiddetto Nuovo Clan Partenio, perché in quella sentenza, al vaglio della Corte di appello di Napoli, c’è scritto, contrariamente a quanto ritenuto con l’ordinanza di ieri sera, che quella ritenuta associazione si interessò ad un certo punto anche di aste giudiziarie, mentre l’ordinanza che ieri ha tumulato l’ipotesi accusatoria ha detto che non fu il presunto Nuovo Clan Partenio ad interessarsi di aste ma una nuova associazione creata quasi ad hoc per le aste e che avrebbe operato per circa e soli 6 mesi”.

In chiusura, il difensore di Galdieri termina il suo commento affermando che, l’ipotesi accusatoria del Pm Woodcock è crollata senza margine di fraintendimento: “Non so se ieri sia stato un successo della difesa o una buona affermazione dei difensori, ma di certo è stata una clamorosa e sonora bocciatura dell’ipotesi accusatoria (e, mi si consenta, non abbiamo assistito a manifestazioni di giubilo e a soddisfatte pacche sulle spalle della polizia giudiziaria presente in aula come discutibilmente avvenne lo scorso 11 luglio alla lettura del dispositivo di sentenza di condanna del Nuovo Clan Partenio): certo e incontestabile è che gli imputati tornano liberi dopo 3 anni e mezzo e che in carcere per quel tipo di accusa non dovevano andarci e tantomeno rimanerci per così tanto tempo (e non dimenticando che un imputato, Forte Modestino, in carcere ci è morto, da innocente secondo l’ordinanza di ieri almeno rispetto alle accuse così come erroneamente formulate sempre ad avviso del tribunale e all’esito di un lungo dibattimento). Si attenderà con estrema fiducia il nuovo eventuale processo”, conclude l’avvocato Aufiero



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