Aste ok, il processo si chiude con solo tre co
Per l’avv. Roberto Vetrone difensore di una coppia di esecutati di Montoro “la decisione del Collegio Penale del Tribunale di Avellino presieduto dal dott. Roberto Melone arrivata qualche giorno prima del previsto nel caso delle aste giudiziarie, non è una sconfitta dell’accusa e delle parti civili, difatti la nostra riflessione è più un rilievo sul quadro indiziario sul quale si è sviluppato l’ipotesi accusatoria che un giudizio di non colpevolezza.
Nell’ordinanza dei giudici che prossimamente avremo modo di leggere con attenzione, si è sottolineato che nel Tribunale del capoluogo irpino si era fatto strada da diversi anni un’organizzazione come un’entità autonoma che agiva con condotte tipiche del reato 416 bis del Codice Penale, compreso il ruolo di “Antistato” e l’attuazione di estorsioni ambientali. L’istruttoria dibattimentale ha certificato in nuce, seppur escludendo responsabilità penali con altrettanto assoluzioni, la sussistenza di azioni intimidatorie in alcuni casi di matrice anonime di soggetti che operavano e potranno ancora delinquere in contesti ove è notorio la longa manus di organizzazioni criminali. Questo processo come abbiamo avuto già modo di sottolineare in altre occasioni, ha aperto uno squarcio nella società irpina che non è scevra da fenomeni delinquenziali di portata camorristica e solo la fiducia nelle Istituzioni, la denuncia dei cittadini onesti e l’informazione della libera stampa potrà cercare di arginare e un giorno sconfiggere il malaffare. Poi in ultima analisi è francamente squallido leggere su alcuni organi di informazione giudizi offensivi e irriverenti da parte di colleghi (che dovrebbero essere a prescindere sentinelle del diritto, dell’etica e della deontologia) nei confronti di tanti cittadini onesti ed esecutati che da vittime sono descritte come carnefici e complici del sistema aste giudiziarie”.
Il difensore avv. Francesco Saverio Pugliese della costituita parte civile SOS Impresa (associazione antiraket) con la conclusione del processo “Aste Ok” sottolinea che “cala un sipario su alcune vicende incresciose ai danni della città di Avellino, verificatesi negli ultimi anni. In particolare all’esito del processo è emerso che, fra il 2017 ed il 2019, in relazione al periodo oggetto di sviluppo investigativo da parte dell’ufficio di procura partenopea e sulla base dei riscontri istruttori nel lungo dibattimento (quasi due anni e mezzo di istruttoria e 79 udienze), nel comune di Avellino e nel suo interland avrebbe operato un clan di stampo camorristico , sviluppatosi secondo due distinti interessi criminali: quello facente capo al “Nuovo Clan Partenio”, dedito alle attività estorsive usurarie ed intimidatorie ai anni di imprenditori e privati cittadini, l’altro, facente capo ad una seconda associazione, quale costa del primo clan, dedita prevalentemente alle attività estorsive, alle turbative d’asta ai danni di privati coinvolti in procedure immobiliari all’uopo attivate e/o pendenti, fra il 2018 ed il 2019, innanzi al giudice dell’esecuzione civile presso il tribunale di Avellino. Tuttavia, il quadro accusatorio non è stato condiviso dai giudici del tribunale che con un articolata ordinanza hanno stigmatizzato l’esistenza di un’altra associazione, diversa da quella denominata “Nuovo Clan Partenio” che tra la fine del mese di dicembre 2018 e fino a giugno 2019, ha operato nel settore della turbativa delle aste collegate alle procedure esecutive immobiliari in carico al tribunale civile di Avellino. Bisognerà quindi attendersi un nuovo processo che si svilupperà secondo un tema di prova del tutto diverso al fine di accertare se, accanto alla compagine associativa già interessata da diversa sentenza, ha operato altro consesso criminale nel medesimo periodo. Ad ogni modo, l’Associazione riconosciuta SOS Impresa, allo scopo di non vedersi offesa nel suo scopo sociale, con la costituzione di parte civile anche in questo processo ha voluto essere a fianco degli imprenditori e dei privati cittadini al fine di garantire loro ogni assistenza e tutela per sostenere la libera iniziativa economica e privata specie quando sia minacciata da associazioni criminali o delinquenti comuni ed in tale ottica ripone piena fiducia nella magistratura, negli organi inquirenti e negli organi competenti.
L’avv. Francesco De Cicco legale di un esecutato di Altavilla Irpina dichiara: “aspettiamo le motivazioni dell’ordinanza per valutare il da farsi. Resta ferma la massima fiducia nel lavoro degli investigatori e da parte nostra faremo il possibile perché Giustizia sia fatta”.
Per gli avvocati Antonella Zotti, Antonio Falconieri e Vincenzo Capoluongo, pur non condividendo le argomentazioni del Tribunale si auspicano che Giustizia sia fatta per la tutela delle vittime che sino ad oggi sono le uniche a non aver visto tutelate le rispettive posizioni con grave pregiudizio rispetto al coraggio di aver denunciato accadimenti gravi che hanno interessato la città di Avellino.
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