Aste ok, in aula ascoltati i testimoni citati dalla difesa di Pagano

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Aste ok, nuova udienza  oggi, presso il Tribunale di Avellino, in composizione collegiale presieduta dal presidente Dott. Roberto Melone, a latere Gilda Zarrella e Vincenza Cozzino, del  processo nato dall’inchiesta “Aste ok” del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Avellino e il Nucleo Pef delle Fiamme Gialle di Napoli che hanno indagato su questo nuovo filone d’illeciti che vede protagonista il Clan Partenio.

Nella giornata di oggi sono stati ascoltati i testimoni voluti dall’avvocato Gaetano Aufiero, difensore di fiducia di Beniamino Pagano.

La prima testimonianza è stata quella di un ingegnere elettronico ha eseguito una consulenza mobile trascrittiva nel 2021 su richiesta del pm henry john Woodcock. Il consulente dichiara che la registrazione “non è stata sempre buona” tuttavia per lunghi tratti è stato possibile – grazie ad un sistema di ottimizzazione- completare la conversazione. L’avvocato Aufiero, per chiarire la genesi della questione, ha ribadito che questa è nata dal fatto che, nella trascrizione, la parola “cocaina”, in realtà – per ben tre volte – risultava essere “guagliona”.

Il secondo testimone ha dichiarato di conoscere Beniamino Pagano da molti anni, dovuta anche a una conoscenza con i suoi familiari e, inoltre, l’imputato aveva affitato un immobile di proprietà del testimone. Questo immobile, successivamente finito all’asta, è stato oggetto di un’esecuzione immobiliare. L’esecuzione immobiliare era già in corso al momento della locazione all’imputato. Il proprietario ha affermato di aver tentato due volte di presentare un’offerta per rientrare in possesso del bene ma, in entrambi i casi, non è stato possibile.

L’ultimo testimone vcitato dall’’avvocato Aufiero, un commerciante del settore informatico, ha affermato di conoscere Pagano Beniamino poiché – da circa tredici anni – sono reciprocamente clienti. Il teste, nel 2019, ha dichiarato di aver chiesto all’imputato, in un’occasione, di aiutarlo a trovare una casa perché il suo intento era quello di cambiare domicilio. Il teste ha dichiarato di aver anche visionato una villetta con giardino che versava in stato di abbandono e, da visura, presentava anche altre problematiche amministrative. Pertanto, non fu possibile ultimare l’acquisto.
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Successivamente è stato il turno di un consulente che si è occupato dell’analisi dei dati forniti dal sistema di localizzazione GPS, nel dettaglio, dell’imputato Antonio Barone, difeso dagli avvocati Claudio Botti e Nicola D’Archi. Il teste ha riferito degli accertamenti svolti nel 2019 relativamente agli spostamenti di Barone.

La prossima udienza è attesa per l’11 ottobre 2023.


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