Aste Ok, Pm: ricostruzione del capitano poco convincente, udienza sospesa

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Aste Ok, Pm: la ricostruzione del capitano Russo  per il pm Woodcock  è poco convincente e l’udienza viene sospesa.

Nellan giornata di oggi, presso il Tribunale di Avellino, in composizione collegiale presieduta dal presidente Dott. Roberto Melone, a latere Gilda Zarrella e Vincenza Cozzino, ha avuto luogo una nuova udienza per il processo nato dall’inchiesta “Aste ok” del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Avellino e il Nucleo Pef delle Fiamme Gialle di Napoli che hanno indagato su questo nuovo filone d’illeciti che vede protagonista il Clan Partenio.

L’attenzione di questa udienza si è concentrata sull’audizione del Maggiore Quintino Russo, l’allora comandante del Nucleo Investigativo che ha condotto le indagini su questo filone d’illeciti che coinvolge il Clan Partenio.

Durante l’udienza odierna, il Maggiore Russo è stato interrogato sulla sua esperienza all’interno dell’inchiesta “Aste ok” e sulle prove raccolte nei confronti dei membri del Clan Partenio coinvolti nel sistema delle aste immobiliari: “Stavamo ascoltando delle intercettazioni avvenute all’interno dell’abitazione di Pasquale Galdieri, cercando di comprendere i suoi interessi nella tornata elettorale che coinvolgeva il Comune di Avellino e che aveva visto la partecipazione di Damiano Genovese. Da un’intercettazione risalente al 2018, emerge un trasferimento di denaro da parte di Galdieri che, in qualche modo, aveva suscitato l’irritazione di Antonio Genovese, zio di Damiano, che all’epoca dei fatti era un individuo con precedenti penali ma al momento libero. Di conseguenza, Damiano Genovese fu incaricato di fare luce sulla questione”.

Durante l’udienza, si respirano attimi di tensione quando l’esposizione dei fatti da parte del Maggiore Russo non sembra convincere il Pubblico Ministero Henry John Woodcock. Quest’ultimo ha espresso la sua insoddisfazione riguardo alle risposte del testimone, chiedendo un racconto più esaustivo, dettagliato e preciso. A quel punto, incalzato dal Pubblico Ministero, il militare ha ribadito, una volta di più, l’accordo ampiamente noto tra le parti, secondo il quale i Galdieri ricevevano una commissione del 33% quando portavano il cliente, mentre ricevevano il 20% quando intervenivano solo per indirizzare le aste.Il Maggiore Quintino Russo, su questo punto, ha ribadito con forza che, in merito al rapporto tra Livia Forte e i Galdieri, non si può parlare di “pizzo” riconosciuto dalla “Regina delle aste” ai due fratelli; bensì di un accordo intercorso tra le parti.

Il Pm, tuttavia, manifesta una crescente irritazione di fronte alle risposte del Maggiore Russo. Secondo il magistrato, le risposte del militare erano del tutto impreparate e non all’altezza dell’importanza del procedimento. A causa di queste ragioni, l’udienza è stata bruscamente interrotta e rinviata al 7 luglio 2023, quando, almeno nelle speranze del Pubblico Ministero, il testimone sarà in grado di esporre argomentazioni più dettagliate.


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