Aste ok, Taormina sporge querela per calunnia contro tre avvocati

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“Chiedo al procuratore Gratteri, che tanto a cuore ha il contrasto della criminalità, e lei sa quanto lo condivida, che abbia ugualmente a cuore la tutela dei galantuomini: nei prossimi giorni, la mia cura sarà dedicata alla revisione di tutti gli atti del processo e all’analisi delle attività di investigazione, con particolare riferimento a quelle che suscitano il mio interesse per modalità o esito, onde poter adeguatamente agire giudiziariamente. Gli onesti si garantiscono, si proteggono e non si criminalizzano”.
Così in una nota, l’avvocato Carlo Taormina, che nei giorni scorsi è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Napoli con l’accusa di corruzione in atti giudiziari. L’avvocato Taormina, nell’ambito del processo denominato “Aste Ok”, recentemente conclusosi ad Avellino, ha difeso uno degli imputati, l’ingegnere Gianluca Formisano, e secondo gli inquirenti si sarebbe adoperato per far modificare la versione resa da una indagata, Daniela Marra.
“Il programma di denunzie e querele da me preannunciato ieri – aggiunge Taormina – ha avuto inizio.

La denunzia per calunnia è rivolta agli avvocati Perillo, D’Archi e Provvido di Avellino e subordinatamente nei confronti della signora Daniela Marra, ove dovesse confermare quanto riferito all’autorità giudiziaria dall’avvocato Perillo”.

“Nei confronti degli stessi avvocati ho chiesto agli ordini competenti di procedere per quanto di loro pertinenza”, ha sottolineato l’avvocato Taormina che prosegue: “A parte la scarsa considerazione che quei legali hanno avuto del loro ruolo e del segreto professionale, questione sulla quale pure gli organi investiti dovranno far convergere la loro attenzione, sono intollerabili e gravemente lesive della mia onorabilità, onestà e professionalità, le insinuazioni formulate in sede giudiziaria contro di me fino a rendere ipotizzabili, se correttamente o meno si vedrà a tempo e luogo propri, mie interferenze con le libertà dei testimoni nel noto processo avellinese relativo alla gestione illecita delle aste giudiziarie, addirittura facendo balenare, con non meglio identificate ed identificabili condotte, la prospettazione di vantaggi economici”.

Per il noto professionista “non esistono fisiche possibilità di tali eventualità e sfido le persone interessate a dire se io le abbia viste più di una volta in vita mia, quando, nell’esercizio del mio ministero difensivo le ho convocate per raccogliere le loro dichiarazione oltre un anno prima del tempo in cui ebbero a rendere testimonianza, senza che io le abbia mai poi viste o sentite, allo stesso modo in cui non le ho mai più viste e sentite dopo averle viste e esaminate come testi in tribunale”.

“Chiedo che l’autorità giudiziaria, – conclude Taormina – tenuto doveroso conto del grave danno che deriva alla mia personalità e professionalità, per il quale agirò per ottenere il dovuto risarcimento dei danni, proceda con rapidità alla soluzione del caso che è caratterizzato da una semplicità disarmante :non conosco, non ho mai trattato, non ho mai visto, non ho mai sentito nessuno”.



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