Bisognerà attendere ancora qualche giorno per avere l’ufficialità delle indiscrezioni su Chianche quale ubicazione migliore per l’impianto rifiuti in Irpinia . La relazione tecnico-scientifica di cui vi abbiamo anticipato il contenuto parziale (leggi qui), redatta dal pool di professionisti nominato dall’Ato Rifiuti per una valutazione super partes, era all’ordine del giorno (insieme all’approvazione della relazione per i parametri Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) del consiglio d’ambito convocato dal presidente Valentino Tropeano.
Il consiglio però non si è insediato “rinviato a causa di un errore formale nella convocazione” e “in seguito alla richiesta di alcuni consiglieri che avevano chiesto il rinvio impossibilitati a prendere parte all’appuntamento”. I 12 consiglieri dell’ente d’ambito, stando all’ordine del giorno avrebbero dovuto “prendere d’atto” e “approvare la relazione predisposta dalla commissione nominata per una valutazione delle manifestazioni di interesse presentate da alcuni comuni irpini per ospitare un impianto per il trattamento dei rifiuti organici”. Manca un passaggio, la discussione.
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Nella relazione consegnata al direttore generale dell’Ato rifiuti Annarosa Barbati dal gruppo di esperti formato dai professori Giovanni De Feo, Domenico Guida, Sergio Barile e dall’architetto Pietro Petruzzo sarebbe emersa una griglia di valutazione secondo dei parametri definiti dalla stessa commissione tra cui la baricentricità, vicinanza alla discarica, impatto ambientale. Al primo posto per idoneità ad ospitare l’impianto ci sarebbe Chianche, quindi Montella e Savignano Irpino mentre Domicella, il quarto comune ad aver manifestato disponibilità, si sarebbe ritirato dalla corsa. La griglia non sarebbe stata richiesta ai professionisti, ma soltanto una valutazione complessiva sulle quattro disponibilità, per evitare indicazioni al consiglio d’ambito chiamato ad una scelta finale. Elemento già oggetto di critiche.
Inoltre alcuni sindaci dell’ente d’ambito attendono risposte in merito alle osservazioni richieste ed inviate all’Ato Rifiuti come nel caso del sindaco di Grottaminarda Angelo Cobino (leggi qui) che aveva richiesto formalmente la convocazione dell’assemblea dei sindaci per discutere non solo dell’ubicazione dell’impianto prima di qualsiasi approvazione, ma anche della gestione ed in generale dello studio di fattibilità tecnica redatto dal direttore generale dell’Ato e approvato dal consiglio d’ambito alla fine del 2019. Nonostante le premesse iniziali, i sindaci dei 115 comuni appartenenti all’ambito non sono mai stati convocati per una discussione.
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