La nuova visione della città di Atripalda passa per una impostazione che metta al centro le risorse del contesto urbano, attraverso un processo di integrazione e riqualificazione, senza trasformazione di suolo che vanta una sua forte matrice green, e importanti emergenze storiche e archeologiche. La giunta comunale dell’amministrazione Spagnuolo ha adottato di recente il Piano.
Ora è il tempo delle osservazioni, necessarie per nuovi stimoli a quanto già pianificato, come ha ricordato l’architetto responsabile del procedimento, Americo Picariello. Linee guida tratteggiate dal sindaco Paolo Spagnuolo nel corso di un incontro di presentazione, questa mattina nella sala consiliare. Un piano che dia la visione della città del prossimo futuro. Perché di tempo ne è passato, se si va indietro fino al 2017: «E’ un piano equilibrato – ha detto il sindaco – Un territorio verde al 60%, 20% di servizi, non c’è trasformazione di suolo agricolo a edilizio né consumo, ma alienazione di volumetrie esistenti. Non c’è spazio alla speculazione, come pure sento dire».
Lo strumento della perequazione resta uno dei capisaldi, per il sindaco, così per l’assessore Lello Barbarisi, delegato a cultura e turismo, e che si è concentrato sull’aspetto del parco urbano archeologico, che può diventare punto di attrazione turistica non solo mordi e fuggi, ma contenitore esso stesso di attività ricettive .
L’ex assessore Luigi Tuccia ha fatto una ricostruzione storica, evidenziando i problemi incontrati: un racconto che comincia nel 2011 ma anche prima, poi la nuova normativa, gli indirizzi da dare ad Atripalda nel suo essere sistema attraverso i diversi Parchi, tra cui il Fenestrelle, che di recente è stato riconosciuto a valenza regionale fra quattro comuni, capofila Avellino. L’architetto Pio Castiello, capogruppo RTP, ha ricostruito i 14 anni, da gennaio 2011 a gennaio 2025, di questo piano, passato per una «imponente fase di ascolto» e già pensato, ancor prima che la legge lo consentisse, con una visione di rigenerazione e riqualificazione. Già nel 2017 emerse il principio di lavorare sul concetto di parco archeologico, con l’idea di costituire una rete con Mirabella Eclano, Avella, Ariano Irpino, «per costruire un futuro che non c’è stato».
Il professionista ha individuato le aree dove poter riqualificare e rigenerare, Novesoldi, Giacchi, Alvanite, Cerzete, e poi il fiume Sabato, «non sul letto di cemento», e ancora il centro storico. E la sfida di Atripalda “città dei Parchi”: quello fluviale, la Pineta Sessa, il parco Fenestrelle e il Parco urbano a indirizzo archeologico. «Così si entra nella rete nazionale e regionale, con il Parco archeologico che è la risorsa di Atripalda, con la centralità della Civita, il nuovo modello di pensiero, non più legato al vincolo ma ad una risorsa da mettere a regime». Largo alle osservazioni – ha esortato e concluso Castiello – «momento di democrazia partecipativa, perché solo Atripalda può decidere il futuro di Atripalda».
Tra i presenti in sala, i capigruppo di opposizione consiliare Geppino Spagnuolo e Roberto Renzulli.
Domenica mattina Il gruppo consiliare Atripalda Futura, il Pd e le forze di centro sinistra faranno le loro considerazioni sul Puc adottato dalla Giunta comunale, in un incontro presso l’Hotel Civita.