Avellino, il bilancio del 2024 del presidente D’Agostino

0
4


Il presidente dell’Avellino, Angelo Antonio D’Agostino, ha tracciato un bilancio del 2024, ripercorrendo i momenti chiave della stagione. Dal deludente pareggio contro la Juve Stabia nel campionato scorso alla cocente eliminazione ai playoff contro il Vicenza, fino all’esonero di Pazienza e all’importante decisione di affidare la guida tecnica a Biancolino.

D’Agostino: “Playoff dello scorso anno? È mancato davvero poco”

Il presidente D’Agostino parte dal pareggio contro la Juve Stabia nello scorso campionato: “È stata una partita emblematica, che ci ha segnati un po’. Fino a quel giorno la differenza tra noi e loro non era così ampia, si poteva recuperare insomma. Poi, subire gol dal nostro ex Mignanelli, ha fatto ancora più male. Personalmente non mi sono scoraggiato, perché ho il compito e la responsabilità di incoraggiare le persone anche quando le cose non vanno per il verso giusto. Sono episodi, non c’era sconforto. È stata una brutta batosta perché abbiamo capito che era difficile a quel punto raggiungere la promozione diretta. Andai negli spogliatoi, perché quando c’è la delusione il nervosismo ti trascina a rovinare quanto fatto di buono fatto fino a quel momento”.

E sulla sconfitta ai playoff per mano del Vicenza: “Non sono potuto andare a quella partita perché ero impegnato a Montefalcione, ma avevo un amico accanto a me che mi aggiornava costantemente. Sono riuscito a vedere il risultato finale, abbiamo fatto anche bene. È mancato davvero quel poco per potercela fare. Quella è stata una brutta serata”.

D’Agostino: “Ecco com’è andata con Pazienza e Perinetti”

Il presidente prosegue parlando della ripartenza: “Bisogna metabolizzare la sconfitta, riflettere e pensare subito al futuro, rendendosi conto che non si può tornare indietro. Più della delusione non resta nulla. Chiaramente ci rimani male. Ma puoi solo ripartire subito per voltare pagina. Io non sono una persona che si sfoga o litiga con gli altri per nervosismo. Mi chiudo in me stesso, mi prendo un momento e poi riparto. Poi, ci sono stati anche confronti accesi con mio figlio Giovanni, è normale. La serata di Vicenza è stata difficile da digerire, tutti delusi davanti al maxischermo al bar. Noi ci mettiamo soldi e strutture, ma soprattutto la delusione dei tifosi, che ti sconforta”.

Riguardo la conferma dello staff e dell’area tecnica in estate: “È stata una scelta maturata dopo il campionato svolto. Avevamo iniziato con un altro allenatore, poi è arrivato Pazienza con cui c’è stata una ripresa, modificando un po’ tutto e raggiungendo i playoff. È sempre una sconfitta. Come dico sempre, vince chi mette sul piatto il miglior progetto calcistico, non chi mette più soldi. Non è una sala giochi. Confermando la struttura, abbiamo dato la possibilità a Pazienza di fare un campionato intero, partendo da zero e facendo la squadra con i direttori. Invece è andato peggio”.

Riguardo l’esonero di Pazienza e dell’intera area tecnica: “Per fare qualcosa di buono, non potevamo fare altrimenti che prendere questa decisione. Pazienza mi disse: “Non so cosa stia succedendo, qui non riesco più a farmi ascoltare”. A quel punto gli ho chiesto: “Ma perché non mi avete avvisato prima?” Inizialmente mi era stato detto che tutto andava bene, ma poi è emerso che non era così. Questo problema avrebbe potuto essere affrontato qualche settimana prima. Puoi costruire una squadra composta da 20 campioni, ma in campo ne scendono solo 11. Serve equilibrio. Con una rosa piena di personalità così forti, è indispensabile avere una guida altrettanto forte”.

Riguardo la costruzione della squadra: “Il calcio è cambiato. Perinetti è una persona che ho sempre stimato per il suo passato calcistico, ma forse era più adatto per la Serie A piuttosto che per la C. Qui è un calcio moderno e serve gente che corre, con fame”.

Il presidente: “Biancolino persona positiva. E su Rastelli…”

Sulla scelta di Biancolino: “È stata una scelta coraggiosa, sicuramente, ma anche ragionata. È una persona che ha grinta, è un gran motivatore. Se la squadra costruita in estate è forte, con uno come lui è possibile far venire fuori le qualità di ognuno di loro. Ci sono giocatori dal passato abbastanza rilevante e abbiamo pensato che Biancolino fosse la persona giusta. Si può fare ancora meglio, lui è uno di famiglia per l’Avellino avendo fatto benissimo anche l’anno prima con la Primavera. È una persona vincente e positiva. Sta avendo una media punti importanti. Saremmo stati primi se fosse partito dall’inizio alla fine del girone d’andata. Chiaro, in campo ci vanno sempre i calciatori”.

Infine, sul rinnovo di Biancolino: “È una persona che apprezzo molto. Non è venale, è una persona a cui piace il calcio. Questo è un aspetto che vale molto. Il calcio è una cosa bella, tutti vorrebbero fare i calciatori e tutti vorrebbero allenare una squadra. Al fianco del divertimento, c’è una parte economica. Bisogna avere un obiettivo e lui ce l’ha. Biancolino pensa prima alla squadra e al gruppo. Fin quando lui resta in quest’orbita, fa sempre bene. Quando inizia a pensare solo ai soldi, non va più bene. Noi abbiamo visto, ad esempio, Rastelli che ha pensato solo ai soldi e abbiamo visto dai risultati”.


Segui SportAvellino.it su WhatsApp!
Iscriviti al nostro canale YouTube per rimanere aggiornato!





Source link

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here