“Non potrò mai dimenticare la pioggia di bombe su Avellino”. Aveva sette anni Eliseo Pasqua quando il 14 settembre del ’43 Avellino veniva travolta dalle bombe. I morti furono tremila, tanti nella piazza del Popolo dove si teneva il tradizionale mercato. Ciascuno cercò di mettersi in salvo come poteva. La città fue letteralmente abbandonata a se stessa, dopo la fuga di tutte le autorità civili, militari e sanitarie. Oggi, dopo 81 anni, Eliseo, insegnante elementare e poi impiegato alle Poste, ha voluto essere presente alle celebrazioni nell’anniversario dei bombardamenti “Fuggimmo verso le campagne di Montefredane dove il nonno aveva una casa e lì siamo rimasti per quindici giorni. La paura era tanta. vedevo Avellino sotto una pioggia di bombe. Una sofferenza senza fine”. Con lui alcuni familiari delle vittime dei bombardamenti, associazioni combattentistiche e l’associazione Marinai. Il sindaco Laura Nargi sottolinea l’importanza di ricordare “Rendiamo omaggio alla memoria dei tremila morti della tragedia dei bombardamenti ma vogliamo anche ricordare l’orgoglio della comunità nel rialzarsi”. Eppure sono ancora una volta in pochi a partecipare alla cerimonia, a confermare di quanto si faccia fatica a mantenere viva la memoria, uno sforzo che appare ancora più arduo dopo la scomparsa di storici come Andrea Massaro e Armando Montefusco. Nessun tentativo neppure di consegnare quella memoria alle nuove generazioni, anche a causa dell’impossibilità di coinvolgere gli studenti, essendo quasi tutte le scuole chiuse il sabato o di coinvolgere la città come pure si cercò di fare lo scorso anno quando furono proiettate videoinstallazioni che rievocavano il bombardamento sulla facciata del Rosario. A concludere la cerimonia la deposizione della corona al monumento di piazza del popolo e la santa messa officiata dal vicario Pasquale Iannuzzo che spiega “I bombardamenti del ’43 rappresentano una ferita ancora aperta per la città ma siamo chiamati a restituire un senso a questa sofferenza perchè si trasformi in grazia”. A partecipare alla cerimonia, insieme al sindaco Nargi e ai rappresentanti delle forse dell’ordine, anche il vicesindaco Marianna Mazza e il presidente del Consiglio comunale Ugo Maggio e il consigliere comunale dei 5 Stelle Antonio Aquino.
Una tragedia, quella dei bombardamenti, che fu certamente uno delle pagine più tristi della storia di Avellino, ma che pure vide emergere eroiche figure di religiosi e volontari, che divennero un nobile presidio di solidarietà umana. Il 9 settembre gli alleati erano sbarcati a Salerno e per impedire alle truppe tedesche di spingersi verso la costa venne deciso di distruggere le vie di comunicazione, a cominciare dai ponti, quello delle Ferriere ad Avellino e quello di Montesarchio, nei pressi di Benevento. Cominciò così la pioggia di bombe.