di Maria Santoro
Il basalioma è un tumore della pelle e può comparire nelle sedi più esposte alla luce solare, come ad esempio sul cuoio capelluto (si manifesta soprattutto negli uomini calvi), sul volto, sul torace, sugli arti e sulla schiena. Il basalioma è molto frequente negli over 60, ma è diagnosticato anche tra i giovani, spesso a causa di lampade solari abbronzanti o di eccessiva esposizione al sole, senza adeguata protezione. Generalmente è più predisposto a sviluppare il tumore chi ha capelli, occhi e pelle chiari.
Il basalioma ha una proliferazione maligna, ovvero la sua crescita non si arresta spontaneamente, ma ha una bassa aggressività o malignità biologica. È raro che formi metastasi, mentre può espandersi sulla cute e infiltrare i tessuti contigui. I soggetti più colpiti sono gli uomini, in particolare chi lavora all’aperto e resta al sole a lungo.
Il prof. Giovanni Pellacani, ordinario di Dermatologia clinica e direttore della Scuola di Dermatologia all’Università La Sapienza di Roma ci spiega come riconoscere il basalioma, trattarlo e quando rivolgersi allo specialista.
Professore, quante forme di basalioma esistono?
Ne distinguiamo quattro tipi. Il primo è denominato “superficiale” e può avere anche grandi dimensioni. È più facile da curare, spesso con trattamenti locali (terapie topiche o fotodinamica) che lo rimuovono definitivamente. Il tipo “nodulare” si risolve con l’asportazione chirurgica. Essendo spesso colpito il volto, la rimozione può essere particolarmente difficile, come se per esempio interessa le palpebre, le orecchie o il naso. Esiste anche la forma “infiltrativa”, subdola poiché tende a sfuggire al margine chirurgico visibile. In questo caso, il paziente può subire nuove operazioni e la recidiva è probabile. L’ultima forma di basalioma, e anche la più aggressiva, è detta “ulcerativa”, rara ma invasiva sin dall’inizio. Riesce a infiltrare i tessuti più profondi e in base al paziente o alle caratteristiche della lesione, quando la chirurgia non risulta praticabile, si può trattare con la radioterapia o con farmaci a bersaglio che hanno lo scopo di bloccarne la proliferazione e ridurlo di dimensioni, talora rendendo di nuovo possibile l’operazione chirurgica.
Come appare il basalioma sulla pelle?
Alla vista il basalioma può essere pigmentato o non pigmentato. Di solito appare come una macchietta piatta con crosticine sulla superficie o una papula in sporgenza che tende lentamente a crescere. Se pigmentato è di colore marrone o bluastro, e va distinto da un neo o da una cheratosi seborroica. Nel caso non pigmentato, è rosa con un aspetto perlato. La differenza principale rispetto ad altri tumori della pelle sta nella sua crescita lenta mentre dal punto di vista cromatico è simile al melanoma. Quest’ultimo, però, quando compare, cresce e cambia molto più rapidamente.
Le lampade sono pericolose?
Assolutamente sì, vanno evitate. In un adolescente sono molto dannose ma sono sconsigliate anche agli adulti. Per ogni esposizione al sole, specie durante l’estate e durante le ore più calde, è fondamentale utilizzare un’adeguata protezione solare. In alcuni Paesi del Nord Europa, in via sperimentale, ai lavoratori in ambienti all’aperto viene fornita la crema solare e sarebbe importante estendere questo dispositivo di protezione individuale anche in Italia, assieme ad abbigliamento coprente adeguato e spazi all’ombra dove trascorrere le pause.
Che decorso ha il basalioma
Lo sviluppo di questa patologia oncologica è molto lento, anche se può raggiungere comunque dimensioni di rilievo. Questo tumore ha difficilmente esito fatale per cui la diagnosi precoce non è determinante, come per altre malattie della pelle, per la vita del paziente, ma per garantire un esito chirurgico e terapeutico migliore. Se compare in gioventù, in soggetti con forte fotodanneggiamento, predisposizione soggettiva o familiare, è attendibile possa riformarsi nel corso della vita ed è importante effettuare controlli periodici.
Se ci si accorge di una lesione, bisogna recarsi subito dal dermatologo, in particolare se muta con rapidità. Nel 98% dei casi con l’analisi dermoscopica lo specialista riconosce le strutture della lesione sulla cute e determina la diagnosi. L’analisi dermoscopica consiste nell’interposizione di alcune gocce d’acqua, olio o gel ecografico tra una lente di ingrandimento con luce incidente e la pelle per vedere i patterns sotto cute. Ha una precisione elevatissima, nei casi dubbi si ricorre alla biopsia.
Perché le donne sono meno colpite?
Generalmente le donne sono più attente alla cura della pelle e anche per evitare la formazione di rughe sul viso, si espongono alle radiazioni solari con la protezione della crema. Le donne con fenotipo chiaro sono comunque più a rischio e devono prestare maggiore attenzione alle scottature e soste prolungate al sole.
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