Blitz contro la ‘Ndrangheta: 56 misure cautelari Arresti anche ad Avellino

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La Ndrangheta operava anche in Irpinia. Erano in affari con le cosche calabresi le persone arrestate ad Avellino e Benevento. Dalle prime ore di questa mattina, a Vibo Valentia, Catanzaro, Reggio Calabria, Palermo, Avellino, Benevento, Parma, Milano, Cuneo, L’Aquila, Spoleto e Civitavecchia, investigatori della Polizia di Stato stanno dando esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari disposte a carico di 56 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, porto e detenzione illegale di armi, sequestro di persona, trasferimento fraudolento di valori, illecita concorrenza con violenza e minaccia e traffico di influenze illecite, aggravati dal metodo e dall’agevolazione mafiosa, nonché di corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio e associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione ed al riciclaggio di macchine agricole, aggravate dalla transnazionalità e dall’agevolazione mafiosa.Il giudice per le indagini preliminari Chiara Esposito ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare per 56 persone: 41 sono finiti in carcere e tra questi anche i vertici delle cosche Mancuso, La Rosa, Il Grande e Accorinti. Per altri 15 indagati, invece, il gip ha deciso di applicare gli arresti domiciliari.Oltre ai vertici delle cosche vibonesi, tra i 56 arrestati nel blitz di stamattina della Dda di Catanzaro ci sono l’ex assessore regionale Francescantonio Stillitani e l’ex dirigente regionale del Dipartimento Turismo e Beni Culturali della Regione Calabria Pasquale Anastasi.
-L’operazione – coordinata dalla Procura distrettuale di Catanzaro e condotta dalla I Divisione del Servizio Centrale Operativo e dalle Squadre Mobili di Vibo Valentia e Catanzaro – vede attualmente impegnati circa 300 uomini, con l’impiego diretto di personale del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine, delle Sezioni Investigative (Sisco) di Catanzaro, Roma, Napoli, Salerno, Potenza, Bari, Catania, Messina, Lecce e Bologna e delle Squadre Mobili di Reggio Calabria, Cosenza, Crotone, Parma, Avellino, Benevento, Cuneo e Latina, oltre ad equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine, unità cinofile (antiesplosivo, antidroga e pg-op), aliquote specializzate della Polizia Scientifica e del Reparto Volo di Reggio Calabria.
Nello stesso contesto, è stata data esecuzione al sequestro preventivo di beni mobili ed immobili del valore di oltre 250 milioni di euro.
L’inchiesta ha riscontrato la piena operatività delle articolazioni di ‘ndrangheta egemoni sulla “Costa degli Dei” e federate all’organizzazione mafiosa dei “Mancuso”, delineando le strategie che, ad oggi, mantengono ancora in equilibrio il sistema criminale, in grado di gestire aderenze ed “entrature” a vari livelli.

 



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