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Borse false in uno store di Avellino, il titolare coinvolto nell’operazione della Gdf “Bags Leather”

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La Guardia di Finanza di Avellino nei giorni scorsi  ha sequestrato borse di pelle contraffatte del marchio Bottega Veneta, operante nel settore dei beni di lusso, in due store del capoluogo irpino e di Salerno.

I titolari delle due attività commerciali, già conosciuti ai finanzieri di Avellino, che pochi mesi prima gli avevano notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP presso il Tribunale di Avellino, sono stati denunciati a piede libero alla Procura della Repubblica del Capoluogo Irpino. Il  titolare del negozio irpino è, infatti,  coinvolto nella nota operazione “Bags Leather” condotta dai finanzieri del Comando Provinciale di Avellino. L’indagine delle fiamme gialle  ha permesso,  lo scorso giugno, di individuare un’organizzazione criminale che, attraverso una rete di imprese “cartiere”, tutte operanti nel polo conciario solofrano, hanno emesso fatture per operazioni inesistenti nei confronti di aziende realmente operanti negli anni 2021 e 2022.

 

Gli inquirenti, attraverso indagini bancarie, hanno individuato i flussi finanziari relativi a ingenti somme di denaro per oltre 10 milioni di euro, oggetto di sequestro finalizzato alla confisca quale diretto e/o per equivalente profitto dei reati di riciclaggio ed autoriciclaggio, che transitavano sui conti correnti per essere poi prelevate in contanti, mediante operazioni agli sportelli ed agli ATM, dagli stessi soggetti che risultavano essere legali rappresentanti/titolari delle aziende fantasma.

Il tutto trae origine da un controllo effettuato dai carabinieri di Solofra a Tavernola San Felice nel settembre del 2021. In quella sede i militari dell’arma notarono tre soggetti aggirarsi nei pressi dell’ufficio postale con fare sospetto. I tre  furono identificati e fermati con svariati centinai di euro. Dopo mesi  raccontarono la loro realtà dei fatti agli inquirenti ovvero di essere stati ingaggiati dal titolare della Florence Bags ad effettuare operazioni di riciclaggio di denaro proveniente da una presunta attività di falsa fatturazione, in cambio di denaro.  A Da ulteriori accertamenti presso gli uffici postali di Tavernola San Felice emerse che i tre erano stati già segnalati svariate volte all’antiriciclaggio di Poste Italiane. Da ulteriori indagini è emerso che la Florence Bags era priva di dipendenti, priva di un contratto di locazione e che all’indirizzo riportato sulle fatture emesse vi era un gommista.


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