Bove in fiducia, Maniero troppo isolato

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Al “Partenio” vince la noia. Il big match di giornata tra Avellino e Catanzaro si chiude sullo 0-0. Nessun gol poche occasioni, pochissime emozioni nella sfida tra due delle formazioni più accreditate del girone. Tra i lupi buona prova di Forte e Bove, ancora a secco (e lontano dalla sufficienza) Maniero.

Forte 6,5: sempre attento e preciso nelle sortite offensive dei calabresi, si fa notare in particolare per un ottimo intervento al 29’, quando è reattivo nella respinta sul tentativo di Verna. Ventunesimo clean sheet della sua esperienza in biancoverde.

Ciancio 6: arretra in difesa per l’assenza di Silvestri – causa febbre – e si adatta al ruolo con la solita diligenza. Prestazione sufficiente per l’esperto difensore, che non rischia mai e si dimostra ancora una volta perno affidabile della formazione di Braglia.

Dossena 6: lotta con tenacia e dimostrazione su ogni pallone, come dimostra la fasciatura sulla testa che lo accompagna in seguito allo scontro con Vazquez. In generale esce vincitore dal confronto con gli attaccanti giallorossi, confermando la sua crescita.

Bove 6,5: confermato ancora sul centrosinistra, risponde con un’altra buona prova. Solido e attento per tutto l’arco della gara, è protagonista al 29’ con il provvidenziale intervento sulla linea che impedisce al Catanzaro di portarsi in vantaggio. In fiducia.

Rizzo 6: la sua freschezza è una risorsa importante a gara in corso, ma stasera Braglia gli concede una chance dal 1’, complice il forfait di Silvestri. L’ex Livorno non ruba l’occhio, ma si rivela comunque efficace nelle due fasi. Alternativa preziosa.

Carriero 6: il gol decisivo al Potenza lo ha rivitalizzato, se non altro nell’atteggiamento. Subito nel vivo della partita, il numero 20 prova la conclusione in due occasioni e non fa mai mancare la sua sostanza in mezzo al campo. Ammonito sul finire del primo tempo.

Aloi 5,5: molto bene con il Potenza, meno sicuro oggi. Si incarica di tutti i calci da fermo dei suoi, ma lo fa senza mai essere preciso o pericoloso. Una pecca non indifferente, considerato il numero consistente di palloni giocate nelle suddette situazioni. Ammonito nel finale.

D’Angelo 5,5: nel primo tempo si estranea eccessivamente dal gioco e quasi non si vede. Nella ripresa ha  però sul piede le più ghiotte occasioni da gol dei suoi. Al 60’ il numero 27 vince infatti un rimpallo a pochi passi da Branduani, ma non ha la freddezza giusta per colpire. Al 72’ colpisce poi la traversa su un inserimento perfetto.

(dall’88’ Matera s.v.: pochi minuti in campo per l’ex Cavese).

Mignanelli 5,5: preferito a Tito nonostante l’ingresso non ottimale di domenica, l’ex Modena dimostra di essere diverso dal suo compagno di squadra per caratteristiche e modo di interpretare il ruolo. Poco incisivo al cross, si dedica principalmente alla fase di ripiego.

(dal 78’ Tito s.v.: rispetto a Mignanelli cerca subito la via del cross, ma senza grossi risultati. Ammonito per proteste).

Mastalli 5: Braglia decide di piazzarlo alle spalle di Maniero, confidando nella sua fantasia e nella capacità di far male negli ultimi metri di campo. L’impatto del numero 8 è però eccessivamente blando. Senza guizzi e senza cattiveria.

(dal 78’ De Francesco s.v.: Braglia lo rigetta nella mischia, ma l’ex Reggina ha poco tempo per incidere).

Maniero 5: se l’Avellino non calcia (quasi) mai in porta non può essere solo colpa del centravanti, ma se il gol manca da quasi 4 mesi non può essere solo un caso. Troppo isolato in avanti, dà però la sensazione di non avere la fame e la determinazione giusta per mettersi in gioco.

(dall’88’ Gagliano s.v.: l’attaccante scuola Cagliari sostituisce Maniero nei minuti finali).



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