Calano i consumi, crollano gli introiti: allarme di Confesercenti Campania

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Calo di consumi delle famiglie campane, aumento di costi e di inflazione, crollo degli introiti per le attività commerciali. Il quadro è molto allarmante: lo denuncia Confesercenti Campania. La previsione per il 2023 è di una crescita effimera e di una diminuzione netta della spesa media per famiglia, a causa innanzitutto del caro bollette ma anche per altri motivi, con evidenti e ovvi minori introiti per commercio e negozi. Secondo lo studio di Confesercenti Campania, infatti, se la stima di spesa mensile familiare per i nuclei familiari della nostra regione è la quart’ultima d’Italia (con 1990 euro di media) per il 2023 l’aumento di spesa per singola famiglia campana al mese è di 164,13 euro, che diventano 1969.59 all’anno per ogni nucleo familiare della nostra regione. Con un calo dei consumi, rispetto al 2019 (anno di riferimento pre-pandemico) di 68 euro per famiglia. L’aumento è infatti considerevole: le famiglie in Campania sono oltre 2 milioni e 190mila, per un aumento mensile, dunque, di quasi 360 milioni rispetto al 2022. Secondo le stime di Confesercenti tali aumenti, che valgono anche per le imprese campane, derivano da tre voci, in particolare: aumento delle bollette (per circa 164 milioni complessivi al mese), del costo del carburante (per circa 175 milioni di euro al mese) e degli interessi sui mutui contratti (circa 20 milioni). Un dato importante che, ovviamente, ricade anche sull’economia delle attività commerciali.
«Oltre a subire il peso del caro energia e del caro petrolio – commenta Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti Campania e vicepresidente nazionale con delega al Mezzogiorno – le nostre famiglie devono far fronte anche al caro interessi delle banche che sembrano andare controcorrente rispetto alla fotografia attuale del sistema economico italiano. Il caro bollette pesa troppo sulle famiglie e sulle imprese campane. Tutto questo ricade specialmente sulle attività di vicinato, poiché acquisto meno prodotti alimentari con gli stessi soldi spesi. Il settore maggiormente colpito da tutto questo è l’abbigliamento. Le famiglie rinunciano a comprare una maglietta, un jeans o un pantalone in più perchè obbligate a spendere di meno. Tutte le aziende che trattano prodotti non di prima necessità risultano travolte da questa situazione in Campania. C’è un crollo generale dei consumi che trova ampio riscontro nei numeri nella nostra regione».
Per il presidente urge un cambio di passo deciso. «Il peso sulle spalle di aziende e famiglie campane è frutto di una politica nazionale miope e distratta. Tutto ciò – sottolinea Vincenzo Schiavo – peserà soprattutto sull’economia già ridotta all’osso di centinaia di migliaia di lavoratori campani con stipendi molto bassi in confronto a quelli del nord Italia, producendo un’accelerazione del divario tra nord e sud di questa Italia che si muove, sempre più, con due velocità diverse. Urge innanzitutto il taglio del caro bollette e un sostegno per le imprese in difficoltà con i pagamenti dei mutui»



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