“Il nome di Piero Mastroberardino per la nuova Camera di Commercio Irpinia-Sannio è un’opportunità davanti alla quale chiunque dovrebbe fare un passo indietro senza dar vita a scontri tra maggioranze e opposizioni”. Il neo eletto presidente di Confindustria Emilio De Vizia rompe gli indugi e si schiera a sostegno dell’imprenditore vitivinicolo per lo scranno piu’ alto della nuova Camera di Commercio.
L’iter burocratico che porterà alla nascita del nuovo ente camerale non è ancora definito, mancano il decreto e la nomina dei 33 componenti che alla prima assemblea dovranno indicare il nuovo presidente. Ad ambire alla guida l’uscente Oreste La Stella e Piero Mastroberardino. Entrambi hanno già manifestato la loro disponibilità.
Presidente, l’unione delle camere di Irpinia e Sannio può giovare ai due territori?
Mettere insieme territori dalle stesse caratteristiche è certamente una scelta positiva. L’Irpinia ed il Sannio hanno le stesse vocazioni e prospettive. Alcuni comuni condividono servizi dell’altra provincia. Questa unione è un bene anche in termine di rappresentanza, insieme i due territori raggiungono i 700mila abitanti. E’ un’opportunità che si incrocia con un’altra.
Quale?
La disponibilità di una persona come Piero Mastroberardino a guidare l’ente camerale. E’ un ottimo imprenditore, legato al territorio e conosciuto in tutto il mondo. E’ stimato ovunque ed è disponibile a mettere a disposizione delle due province tutto il suo bagaglio culturale e imprenditoriale. E’ una persona affermata, non ha bisogno di raggiungere traguardi. Per la guida della nuova Camera di Commercio non poteva esserci nome migliore.
Il consiglio camerale avrà l’onere di indicare il nuovo presidente. La Coldiretti si è già espressa a favore, Cna e Cisl dovrebbero sostenerlo ma ci sono diverse associazioni e raggruppamenti da convincere. Crede si possa raggiungere l’unanimità?
Iniziare con una competizione interna il nuovo corso non è un buon biglietto visita. Il pensiero che debba diventare una lotta all’ultimo voto, uno scontro tra maggioranze e opposizioni è deprimente. Dinanzi ad una disponibilità del genere chiunque dovrebbe fare un passo indietro. Mastroberardino è un irpino che raccoglie consensi ovunque ed anche nel Sannio sono pronti a sostenerlo.
Oreste La Stella è in carica dal 2016 ed è pronto a ripresentarsi. Dovesse tracciare un bilancio della sua presidenza?
Non lo conosco personalmente e non mi esprimo su quanto fatto fino ad oggi. Certamente avrà un valore. La Camera è attesa da una nuova sfida, Mastroberardino rappresenta la svolta. Se davvero si vuole il bene del territorio davanti a questo nome si dovrebbe fare un passo indietro e lavorare all’unisono.
Il suo mandato è iniziato da poco, cosa si aspetta dal dialogo con gli enti di servizio?
Abbiamo un’interlocuzione abbastanza fitta e proficua con l’Asi. Sono stati effettuati sopralluoghi in alcune aree industriali come Cervinara e Solofra. In Valle Caudina la situazione è disastrosa, le aziende non hanno l’acqua e le fognature. I progetti per i servizi ci sono ma devono essere finanziati. L’Asi non può continuare a reggere tutto da solo. Alcune opere di proprietà sono a servizio quasi totale della collettività ma la manutenzione spetta agli imprenditori. Con gli enti di servizio bisogna stringere accordi per la manutenzione di strade e cavalcavia.
In ultimo ma di primaria importanza il Recovery Fund. La bozza appena pubblicata rispetta le aspettative per l’Irpinia?
Qualsiasi opera può essere inquadrata in una delle direttrici proposte. E’ un’opportunità unica per l’intero Mezzogiorno ed ovviamente per l’Irpinia dove arriveranno il doppio dei fondi stanziati per il terremoto del 1980. Dobbiamo essere coesi e dimostrare unità d’intenti, presentare opere che servono al territorio iniziando dal portare a termine quanto è già stato progettato. Mi riferisco alla Lioni-Grotta, la stazione Hirpinia, le zone Zes. Vicino a queste grandi opere bisogna pensare allo sviluppo dei territori. Nei pressi della stazione Hirpinia, nell’area industriale di Flumeri, può nascere la piattaforma logistica. Se le zone Zes partiranno come auspichiamo, dovranno esserci servizi, sottoservizi, infrastrutture materiali, strade. Solo così si attraggono imprenditori. Abbiamo una grande occasione, dobbiamo farci trovare pronti ed augurarci una forte sburocratizzazione. Altro tassello fondamentale per la rinascita.