Campania Libri Festival, la Biblioteca si apre alla città e diventa laboratorio – Corriere dell’Irpinia

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La Biblioteca provinciale come spazio di confronto, laboratorio di idee, cuore pulsante di una comunità. E’ una scommessa vinta quella che ha portato ad Avellino il Campania Libri Festival, al via domani al Palazzo Reale di Napoli per proseguire fino al 6 ottobre. Una scommessa capace di riunire associazioni, circoli culturali e ricreativi, biblioteche, istituzioni, enti pubblici e privati per promuovere la cultura con un’esperienza inclusiva. Protagonisti insieme agli autori otto case editrici, Renato Pergola edizioni, Delta 3, Tempra edizioni, Urbone publishing, Scuderi, Il Papavero, Edizioni Primavera tra presentazioni, incontri, laboratori e talk animeranno gli spazi interni ed esterni del Palazzo della Cultura. A tracciare un bilancio positivo la funzionaria Anna Ansalone “In tantissimi hanno accolto l’invito della Biblioteca a partecipare a questa maratona, molti anche i bambini che hanno partecipato ai laboratori”. Dalla mostra dedicata a “Ink: l’essenziale della scrittura. Penne stilografiche dalle origini al 1945 a cura di Giuseppe Bartoli che celebra l’evoluzione degli strumenti di scrittura al laboratorio di educazione ambientale a cura della casa editrice Erbario Celeste. Tanti anche i laboratori per i piccoli come le “Edizioni Primavera: una storia irpina tra parole e illustrazioni” che ha coinvolto tanti studenti. dal confronto sul romanzo di Giuseppe De Maio “Il prossimo anno non contatemi” di Giuseppe De Maio, Urbone Publishing, tra i primi romanzi dedicati al fantacalcio alla premiazione dei vincitori della sfida letteraria “A colpi di libri” tenutasi nell’ambito della Mubi Summer Edition. Dalle “Storie di paste fatte a mano”, Edizioni Albatros, a cura di Anita Di Pietro con la partecipazione di Rosa Iandiorio al laboratorio di scrittura creativa “Giocare con gli arcani” di Clara Quartaro a cura di LaLineaScritta fino alle letture ad alta voce con Daniela Sanseverino e agli albi illustrati proposti dall’Angolo delle storie nello spazio dei cunicoli

Iermano e il pensiero rivoluzionario di De Sanctis

In mattinata è stato il professore Toni Iermano ad inaugurare il ciclo di appuntamenti del Campania Libri Festival, a partire dal ruolo di De Sanctis per leggere la contemporaneità. A confrontarsi con lui il professore Leonardo Festa e Gerardo Capozza di Sistema Irpinia. “Se vogliamo che entri nella società, dobbiamo cogliere gli aspetti del suo pensiero che hanno contribuito ad orientare la nostra società, a partire dalla capacità di infondere nelle classi dirigente il fondamento etico, attraverso la conoscenza. Ed è il fondamento etico alla base della democrazia, dell’uguaglianza, della condivisone. Fin dalla scuola di Vico Bisi ha sempre pensato ad una conoscenza che si rapportasse alla scienza e alla vita. Poichè la scienza da sola crea elitismo e la vita da sola crea conflitto, mentre la scienza e la vita sono tenute insieme dalla valenza morale dell’essere. Non è un caso che sia stato studiato da chi ha pensato di cambiare il mondo, basti pensare a Gramsci che in carcere elabora una teoria legata alla costruzione del potere. De Sanctis ci insegna a guardare le cose come cambiamento, ci ricorda che la conoscenza è sempre rivoluzione e la rivoluzione è pericolo quando non c’è un progetto di cambiamento. L’incontro è stata anche l’occasione per tracciare un bilancio della mostra ‘Atomi erranti” che racconta documenti e manoscritti dedicati a De Sanctis, materiali “che hanno attratto generazioni di studiosi, da Croce a Gentile, da Muscetta a Russo, da Marinari a Savarese fino alla generazione contemporanea che ha cercato di guardato a un De Sanctis che non sia museale ma vitale, attivo nella società contemporanea”. Quanto alla capacità di parlare alle nuove generazioni “La sua lezione è sempre viva ma dipenderà agli insegnanti trasmetterla ai ragazzi, la scuola è fatta da studenti e docenti, che insieme sono un laboratorio attivo, ma ci devono essere due parti a dialogare”

Il sapore dei libri con lo chef Finizio

Di notevole interesse anche “Il sapore dei libri” a cura della casa editrice Il Papavero con Martina Bruno e lo chef Francesco Finizio. Grande partecipazione anche al laboratorio dedicato ai “Grani antichi Experience: dal grano alla pasta”, nel segno della pasta fatta a mano a cura di Azienda Agricola BIoLu.

Scrivere è Zen, Tempesta: così la scrittura riesce ad unire

Soddisfatta la scrittrice Rossella Tempesta, curatrice del laboratorio “Scrivere è zen” “Le Biblioteche sono luoghi magici, di socializzazione alta, devono essere aperti alla città. Inoltre, una Biblioteca come questa che conserva 700 incunaboli è meravigliosa. Ho proposto un assaggio del mio laboratorio “Scrivere è zen”, generalmente affidato alla piattaforma zoom per Abbiamo simulato un esercizio in forma di haiku, i componimenti medievale giapponesi e ascoltato canzoni classiche napoletane grazie alla voce di Sofia Armato.  A partecipare al laboratorio giovani e meno giovani, a sottolineare che quella per la scrittura è molto spesso un tarlo che scava, una passione spesso trascurata ma che poi riemerge ed esercita un grande fascino anche sui giovani come forma di comunicazione profonda”

Carcere, troppe contraddizioni. Donadio: immaginare alternative è possibile

A sottolineare la necessità di superare l’istituto del Carcere Artistide Donadio con il suo volume “Processo al carcere”, presentato con Viviana Isernia, referente eduzione Amnesty, Rita Romano, direttore del Carcere di Avellino, Luigi Romano dell’Osservatorio nazionale Antigone, Mimmo Limongiello, vicepresidente Anpi Avellino. “In questo libro – ha spiegato Donadio – abbiamo cercato di dimostrare che il carcere non si può riformare. Piuttosto va superato, lo dimostrano le tante contraddizioni dell’universo carcere attraverso una visione pluriprospettica, dai detenuti agli educatori, dalla direttrice del Carcere di Avellino ad Antigone e Amnesty. Ad emergere uno spazio che è paradigma di una società classista dove finiscono soprattutto persone caratterizzate da uno svantaggio socio culturale. Di qui una serie di proposte, dalla depenalizzazione di reati inventati come la clandestinità ai reati connessi con la tossicodipendenza, che dovrebbe essere affrontati nelle comunità di accoglienza. O ancora la creazione di piccole strutture come gli Istituti a custodia attenuata trattamento tossicodipendenza e carcere di comunità”

Anzalone racconta il valore di un libro: così la letteratura rende eterna la vita

Tanti gli spunti di riflessione emersi dal confronto su “Il valore di un libro, pagine di buona comunicazione”, moderato da Marco Grasso, direttore di Agorà Giovani con la partecipazione del filosofo Luigi Anzalone e di alcuni degli autori della casa editrice Scuderi, Giuseppe Vetromile, Federica Giannelli, Antonietta Urciuoli, Ornella Di Gisi, Antonio Santoro. “Parlare – spiega Anzalone – è dire la morte, perché l’uomo nasce dalla parola con cui esprime il suo spavento rispetto alla morte e il suo desiderio di vita. La scrittura è un operare sul mondo, noi scriviamo sempre, persino quando cuciniamo, perchè operiamo sulla materia. La scrittura esiste in sè come l’opera d’arte, il libro non fa altro che portare al culmine quest’opera, riuscendo a eternare la vita”. Grande partecipazione anche per il laboratorio con lettura teatralizzata dedicato alle “Favole della domenica”, edito da Scuderi con Giuseppe Del Giudice e al laboratorio di scrittura espressiva con Enza Romano.

Hirpini, le genti del Lupo nella terra di mezzo. Marandino: seppero dialogare con altri popoli e culture

E’ nel suo essere terra di passaggio tra l’Adriatico e il Tirreno la forza dell’Irpinia. A sottolinearlo il professore Romualdo Marandino, curatore del volume “Hirpini. Le genti del lupo”, edito da Delta 3, presentato alla Biblioteca Provinciale. Un volume impreziosito dalla presenza di collaboratori di diversa formazione, storici, letterati, linguisti per offrire una prospettiva del popolo degli Hirpini che fosse il più possibile esauriente. Ad emergere con forza il coraggio degli Hirpini “Il suo essere terra di passaggio ha fatto sì che fosse esposta al contatto con molteplici popolazioni. Un popolo fiero, capace di stabilire rapporti commerciali con i Greci e gli Etruschi, contraddistinto da un’organizzazione religiosa e politica ben definita. Lo testimoniano i numerosi reperti custoditi in questo Museo”. Molteplici i temi analizzati, dall’origine degli Hirpini all’organizzazione politica, dal commercio alla religiosità, dal ruolo della popolazione di origine sannita nella lotta contro Roma fino al graduale processo di romanizzazione. E’ quindi il professore Luigi Lariccia a ricordare come i confini tra Daunia e Irpinia fossero estremamente labili, poichè in Puglia confluivano in tanti per la tradizione della transumanza, sottolineando la centralità dei rapporti con le altre civiltà come quella greca. E’ quindi il professore Giovanni Ferrante a soffermarsi sui rapporti tra Sanniti e Romani, dal tentativo di affermare la propria indipendenza al processo di autoromanizzazione, con l’accettazione naturale della cultura romana. Un incontro che diventa anche l’occasione per mettere in discussione gli stereotipi legati al popolo degli Hirpini che non era affatto rozzo. A ribadirlo anche Pierina De Simone che si sofferma sulla necropoli di Carife “Nelle tombe abbiamo ritrovato corredi che raccontano dei rapporti con Etruschi, Dauni, Umbri, capaci di fin dal terzo secolo di dialogare con altri popoli, di fare propri costumi di altre civiltà. Erano bellicosi solo perchè avevano necessità di difendersi”. Soddisfatto l’editore Silvio Sallicandro che sottolinea l’importanza di un volume come questo per ricostruire la memoria del territorio e di appuntamento come il Campania Libri Festival “che speriamo possa ripetersi anche il prossimo anno”

Ciardiello e gli assi del volante irpini

A raccontare la storia dell’automobilismo in Irpinia Angelo Ciardiello, pilota detentore del record di vittorie nel Rally Coppa d’Irpinia, a partire dal volume di Salvatore Tarantino “Dal 1928 al 1992. Storia documentata ed illustrata di 65 anni di automobilismo irpino. Gli assi del volante irpini. Le grandi corse d’Irpinia”, Pergola edizioni. Dal circuito Principe di Piemonte con la partecipazione di case automobilistiche come la Ferrari e di piloti come Tazio Nuvolari fino al dominio di Luigi Musso e della Maserati al Circuito di Avellino nel 1953, toccando il sogno dell’Autodromo, la Cronoscalata di Montevergine e il Rally Coppa dell’Irpinia del 1992. Ad emergere  il ritratto delle generazioni di piloti che hanno solcato le strade irpine, tra cui spiccano nomi come Enzo De Vito, Tonino Nicodemi, Guido Mastantuono e Carlo Matarazzo. Ciardiello ha raccontato la passione per il rally nata dalle prime scorribande giovanili sulle strade d’Irpinia fino alle prime partecipazioni al rally, con un’auto improvvisata alla scelta della vettura, l’Opel Cadet e le prime vittorie.

 

La scrittura diventa spazio di condivisione in “Terapie”, De Tomi edizioni di Armando Bisogno, presentato nel corso di un confronto moderato da Leonardo Festa “Ho scelto di usare la scrittura per dare forma alle riflessione e condividerli con comunità, dopo aver scritto libri di filosofia in senso più strettamente tecnico, mi piaceva l’idea di scrivere un racconto che fosse accessibile a tutti. Il valore terapeutico della scrittura è proprio nella capacità di creare uno spazio di condivisione”. Centrale il ruolo della musica “Il protagonista è un commissario, appassionato di blues, che conduce una trasmissione radiofonica e l’intero libro è attraversato da citazioni di musica blues che si intrecciano con la storia dei personaggi. Mi piaceva che avesse caratteristiche mie e qualità che ho sempre sognato di avere ma non ho mai posseduto come una conoscenza maniacale della storia della musica. Diciamo che questo libro nasce come zibaldone di esperienze di vita. Mi incuriosiva vedere la reazione di chi mi conosceva e di chi, invece, non mi ha mai conosciuto”. Una storia in cui entrano monaci, richiamo all’universo medievale prediletto dall’autore “Sono partito dalla constatazione di come i monasteri siano caratterizzati da una struttura gerarchica ben definita, che non fa nulla per nascondersi e da una riflessione sul ruolo della religione nella nostra vita Mi spaventa una società senza grandi narrazioni”. Dai monaci al professore che vive l’insegnamento come missione “un omaggio agli anni di insegnamento al liceo che non ho mai dimenticato”. E confessa come abbia voluto che il protagonista fosse un papà single con una figlia adolescente per “garantire un pizzico di leggerezza, così da dialogare con l’adolescente che c’è in me”



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