di Luigi Anzalone
AVELLINO – E’ veramente il caso di dirlo, Presidente De Mita, l’otto agosto era più di Natale, Capodanno e L’Epifania, più di Pasqua e di tutte le feste comandate, anche delle feste di famiglia, per la gente della provincia di Avellino, della Campania e del Mezzogiorno, e anche dell’Italia intera durante il quasi decennio degli anni Ottanta quando fosti Segretario della Democrazia Cristiana, il Partito-Stato. Era così a cominciare da tanti tuoi amici che occupavano le altre sfere del potere al governo e nelle amministrazioni regionali e locali. E, con loro, per vassalli, valvassori, valvassini, ma anche per tanta gente comune e bisognosa, persone perbene, amici sinceri ed estimatori. L’otto agosto era, ed e’, il giorno in cui la Chiesa celebra San Ciriaco, il giorno del tuo onomastico. Era il giorno in cui Nusco, ormai vera capitale d’Italia, era letteralmente presa d’assalto da centinaia, migliaia di macchine, tantissime auto blu, provenienti da ogni dove d’Italia. E, dalle sette del mattino, una fiumana di popolo, sotto un sole sempre più rovente, in una fila indiana, che col passare delle ore aumentava, aspirava a salire i 4, 5 scalini che portavano all’ingresso della tua villetta, dove c’eri tu, prence d’Irpinia e d’Italia, felice, come se fosse sempre la prima volta, di tanto popolo e di tanti potenti che volevano stringerti la mano, farti gli auguri, scambiare qualche parola con te.
L’otto agosto di quando sei morto (il 26 maggio di due anni fa), ti ho ricordato solo io con un articolo di fondo sul “Corriere dell’Irpinia”. Io, un comunista che ti era sincero amico ma anche avversario convinto. Quello che stimavo di te era la grande intelligenza, l’umanità, la lealtà e la serietà. Sei stato uno dei maggiori leader della DC, tu che quando ne diventasti il Segretario dicesti di voler “continuare l’impegno di Aldo Moro”.
Da allora, da quando te ne sei andato, e’ calato un silenzio di tomba sulla tua persona, la tua opera, la tua storia. Eppure non c’e’ un ex DC che non debba tutto a te. Neppure Nusco ti ricorda più, si ricorda di te che hai voluto concludere la tua vita come sindaco del tuo paese.
Siamo alla “damnatio memoriae”, nonostante tu sia l’unico che ha fatto qualcosa di buono per la nostra terra.
Ma se c’e’ un mondo da cui ci guardi, non te la prendere: siamo in un tempo mediocre e triste, nella notte della Repubblica.