Caruso, la voce di Napoli nel mondo: l’omaggio di Stravinsky tra seminari e concerti

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Sei diversi appuntamenti che cercheranno di mettere in luce gli aspetti fondamentalidella vita del tenore, evidenziando i fenomeni tecnologici, sociologici eculturalichenesonoderivati.

Un progetto per ricordare il contributo offerto da Enrico Caruso al panorama della lirica. Oltre ad essere un grande tenore, fu anche uno dei più influenti personaggi dell’industriaculturale internazionale e la sua carriera ebbe inizio proprio nell’epocadello sviluppo e dell’innovazione tecnologicache rivoluzionò la percezioneela fruizionedellamusicainognisua forma espressiva. Caruso fu ilprimo cantante nell’incisione discografica e fu anche attore protagonista di ben due film muti.

Il progetto, ideato e realizzato dall’Associazione Igor Stravinsky in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti della Campania, è finanziato dalla REGIONE CAMPANIA con DGRC n. 83 del 28/2023 “Promozione e valorizzazione della cultura”. Tutti gli eventi sono ad ingresso libero.

Il progetto partirà Martedì 24 ottobre al Circolo della Stampa di Avellino, ore 18.00 con Caruso ed il Cinema muto…My Cousin a cura di Nadia Testa e Gabriele Ottaiano ; Videoproiezioni a cura di Simonetta Incarnato.

Mercoledì 25 ottobre, sempre al Circolo della Stampa di Avellino, ore 18.00 Francesco Canessa, ex Sovrintendente Teatro San Carlo di Napoli, ci presenterà Caruso, Napoli e il San Carlo dell’epoca attraverso il suo libro “Ridi pagliaccio!” (evento in streaming).

Francesco Canessa con questo volume ha saputo regalare una biografia accurata sul Tenorissimo che cerca di ristabilire verità storica, smontando le leggende riprodotte da fonti incerte. Quindi nessuna cascata di fischi nel dicembre del 1901 per Caruso, sul palco del San Carlo con “L’Elisir d’amore” di Donizetti, come falsamente riportato negli anni. Piuttosto un’ovazione commossa, fino all’invocazione del bis con la romanza “Una furtiva lagrima”. La deformazione dell’accaduto riguarda l’articolo di Saverio Procida che su “Il Pungolo” scrisse della «potenza rara» di Caruso – «il suo si bemolle è uno squillo nitido e di piena vibrazione argentina» – per poi affondare la critica, «ma pari alle qualità naturali di un organo privilegiato, a me non risulta il possesso di una sapienza tecnica che disciplini codesti spontanei doni», fino a ritornare alla cronaca della serata con l’evidente accenno al «furor di popolo». Dell’accoglienza calorosa se ne ha traccia anche su “Il Mattino” e il “Roma”, come filologicamente riportato da Canessa.  L’evento verrà realizzato in streaming con la collaborazione di Susanna Canessa, docente al Conservatorio “Cimarosa” di Avellino, e grazie al supporto tecnico di Simonetta Incarnato.

Giovedì 26 ottobre, ancora al Circolo della Stampa di Avellino, alle 18, Nadia Testa parlerà degli anni infelici di Enrico (1906/1907), Ornella Ottaiano leggerà alcune lettere di Caruso con il sottofondo musicale di Giuseppe Pio Ottaiano. Verrà poi  proiettato il documentario “La voce di Caruso”di Michele Bovi e Pasquale Panella (Tg2 Dossier RAI, 22 novembre 2008).

 Il progetto continuerà Giovedì 30 novembrenella Sala delle Arti – Via Provinciale 89 – Manocalzati, alle 18, con “Caruso erede di una tradizione musicale tra formazione e migrazione” a cura del maestro Paolo Giovanni Maione, Docente di Storia della Musica presso il Conservatorio S. Pietro a Majella di Napoli. Ancora nella Sala delle Arti a Manocalzati, alle 18, Venerdì 1 dicembre la Dottoressa Tiziana Grande Bibliotecaria presso il Conservatorio S. Pietro a Majella di Napoli) e Beniamino Cuomo ci parleranno di“Enrico Caruso e la canzone di propaganda bellica italoamericana (1917 – 18)”. Il progetto si concluderà Venerdì 15 dicembre sempre nella Sala delle Arti a Manocalzati alle ore 18.00 “Il giovane Caruso…dalla posteggia ai grandi Teatri italiani”: introduce il Prof. Pasquale Pisaniello. A seguire il giornalista Carlo Farina presenterà Marco Urraro ed il suo libro “Caruso” (Guida editori).



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