Caso Solofrana in Parlamento, M5s: anomalo che la depurazione sia gestita dagli imprenditori conciari. Pichetto Fratin: controlleremo se c’è un danno ambientale

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La questione Solofrana arriva all’attenzione del Parlamento. “Sono anni che non si trova la quadra per gestire l’elevato inquinamento ambientale che insiste nel torrente, un tributario del fiume Sarno, che raccoglie le acque di vari torrenti, in cui si immettono anche i reflui provenienti dalle locali industrie conciarie”.
Così in Aula, durante il question time al Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, il senatore del Movimento 5 Stelle Orfeo Mazzella.

“Ci chiediamo se sia normale che a gestire l’impianto di depurazione per il trattamento delle acque reflue proveniente dal polo conciario ci sia un consorzio che, unitamente al Comune, ha al suo interno proprio gli imprenditori conciari.
È l’inquinatore a controllare sull’inquinamento, un conflitto di interessi su cui chiediamo che il MiSE faccia chiarezza. Ministero che deve anche spiegarci perché, nonostante il grave inquinamento, l’area non sia stata ancora designata come SIN”.

“Stiamo parlando di un sito profondamente inquinato – continua Mazzella – nel quale si alternano esalazioni nauseabonde, colorazioni anomale delle acque e presenza di schiume. Addirittura l’ARPA Campania ha rilevato il superamento delle concentrazioni soglia di contaminazione nella falda profonda Solofrana Montorese. Quanto interesse e quale attenzione possono avere i principali inquinatori a contenere l’inquinamento da loro stessi prodotto? Chi inquina – ha concluso Mazzella – è giusto che paghi”.

A rispondere il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin: “Ci siamo attivati per richiedere agli enti territorialmente interessati di fornire elementi in merito alla sussistenza di eventuali profili di danno o minaccia di danno ambientale”.

 

 



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