“C’è da ricostruire la collettività”, Fiordellisi per una “nuova emancipazione” avellinese e irpina

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Amministrative, Aste Ok, scioglimenti dei consigli comunali di Monteforte Irpino e Quindici, partecipazione attiva dei cittadini. Parte da questi temi la riflessione del segretario generale della Cgil Avellino Franco Fiordellisi.

Fiordellisi, la città è sospesa tra le vicende giudiziarie che hanno coinvolto l’ex amministrazione Festa e le prossime amministrative. Quali sono stati gli errori più grandi commessi negli ultimi anni?

Il problema più grande è legato all’idea di governance che è venuta fuori in questi anni. Nella fase elettorale ci si riempie la bocca del modello partecipativo che poi scompare. Nei ragionamenti che si faranno, per tenere fede non solo al programma, ma per avvicinare gli elettori, si deve ricostruire un percorso, una collettività, le ‘famose commissioni comunali’ che devono tener dentro i cittadini. Così si può raggiungere un’idea di buon governo“.

Vada avanti.

Questa è la provincia nella quale non abbiamo il coraggio di parlare di Aste Ok, di come sia stato possibile che avvenisse tutto ciò. All’interno del luogo simbolo della legge, della legalità“.

Andando oltre la visione dei grandi eventi, è chiaro che manchi una prospettiva d’insieme tra commercio e industria. Qual è la fotografia che, da attenti osservatori di queste situazioni, ci restituisce?

Il comune di Avellino è parte integrante di una delle zone industriali della provincia, nonché una della più importanti. Che ragionamenti vorrà fare riguardo le vertenze che stanno flagellando il territorio? Da Irpiniambiente, portata avanti in maniera forzosa, creando la Grande srl, passando per la Sidigas che non si sa che fine farà. Dentro questa partita si va dall’industria alle pubblic utility. Il sindaco è andato a inaugurare centri commerciali che applicano il cosiddetto contratto privato, in cui le attività presenti sono retribuite con il 40% in meno rispetto a quello dei sindacati confederati.

Per la mobilità si era pensato a un accordo quadro, per collegare l’ospedale e gli altri centri nevralgici per chi arriva da fuori. E in questo discorso rientra anche il settore scolastico. Sono migliaia gli studenti che arrivano in città ogni giorno. Per abbattere l’inquinamento e rendere la città più fruibile. E’ rimasto tutto appeso. Si dovrà ripartire da qui, ragionando con i comuni che fanno parte dell’area vasta“.

Cosa auspica, o spera verrà messo in essere, dalla futura amministrazione del Comune di Avellino?

Il Comune che si chiude attorno alla figura dell’uomo forte al comando, non funziona. Bisogna cercare di fare rete e dialogare con i corpi intermedi, dai sindacati alle associazioni“.

La campagna elettorale avellinese al momento gira intorno a una sola figura, delle coalizioni politiche maggiori, di candidato a sindaco: quella di Antonio Gengaro per il campo largo. Credete in questo progetto di sinistra che si propone alla guida della città?

Ci dobbiamo credere per forte, al di là di Unione Popolare, è l’unica in campo. Spero che questa proposta si riempia di contenuti fino in fondo, dai rapporti associativi a quelli umani. Soprattutto, c’è da fare attenzione a non restare ‘prigionieri’ dei soliti cacicchi. La città di Avellino non può fare solo inaugurazioni di servizi di grande distribuzione, ma dovrà avere il coraggio di parlare ai settori industriali. Ci sono fin troppe vertenze, come quella dell’Industria Italiana Autobus, che hanno bisogno di unità e, soprattutto, del ruolo di capoluogo di Avellino“.


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