“Questa non è la vertenza di 70 lavoratori, ma è una battaglia che deve interessare tutta la provincia, perché in gioco c’è il futuro di un territorio che rischia di restare ai margini di ogni processo di sviluppo”. Nel corso della sua visita in Irpinia, il Ministro Matteo Piantedosi ha avuto anche un momento di confronto con il sindacato sulla vertenza ArcelorMittal. “Non possiamo che accogliere con soddisfazione l’impegno assunto dal Ministro a prestare la massima attenzione al futuro di uno degli stabilimenti storici della nostra provincia”, precisa il segretario della Fiom Cgil Giuseppe Morsa. “In questa fase bisogna fare fronte comune, le istituzioni, a qualsiasi livello, sono chiamate a far sentire la loro voce”.
Il percorso, che porta dritto alla chiusura dello stabilimento di Luogosano entro la fine di luglio, è già stato tracciato. Martedì pomeriggio azienda e sindacato si ritroveranno in Confindustria per un primo confronto sulla procedura di licenziamento collettivo. Il sindacato non molla e chiede il ritiro dei licenziamenti per ripristinare un clima più sereno. Difficile immaginare che l’azienda possa fare un passo indietro sul destino dell’azienda dell’area industriale di San Mango sul Calore, specializzata nella trasformazione di acciaio zincato in preverniciato per il mercato delle costruzioni ed elettrodomestico. L’auspicio è che possano farsi avanti altri imprenditori, interessati ad investire in Irpinia.
“L’azienda non può andare via così dalla nostra provincia, ha un ruolo di fondamentale importanza in questa fase”. Morsa ritiene infatti che la proprietà ArcelorMittal debba incidere in un’ipotetica trattativa per la cessione. “É quello che chiederemo anche giovedì al Prefetto, al tavolo al quale è stata convocata anche la direzione aziendale. Vogliamo salvaguardare i posti di lavoro, ma anche dare continuità produttiva allo stabilimento. Le attività non vanno fermate né dismesse: bisogna lavorare tutti insieme, ognuno in base al proprio ruolo, per garantire un futuro ai lavoratori e quest’attività”.
