Cessate il fuoco: parola alla diplomazia

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Di Domenico Gallo

Il 30 giugno si è svolto a Roma per iniziativa del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale un Convegno avente ad oggetto Quali scelte politiche per riportare la pace in Europa, nel quale si è sviluppato un confronto fra esperti e personalità del mondo politico. All’esito di questo confronto è stato redatto un documento, realizzato con un significativo contributo di diplomatici e militari, che sottolinea l’urgenza di un’iniziativa parlamentare per il cessate il fuoco e il simultaneo avvio di negoziati. “Nel perdurare del conflitto in Ucraina, ci rivolgiamo ai parlamentari italiani per promuovere un cessate-il-fuoco presidiato da forze dell’ONU con la supervisione dell’OSCE, e il simultaneo avvio di negoziati per una conferenza di pace e sicurezza in Europa. Il protrarsi della guerra, infatti, rischia di aggravarsi fino al confronto nucleare, alla possibile destabilizzazione della Russia e alla caduta in mani incontrollabili del suo arsenale atomico. L’opzione proposta scongiurerebbe tali rischi, affronterebbe con gli strumenti della diplomazia le spine all’origine del conflitto, aprirebbe la via a nuove architetture di sicurezza nel nostro continente e permetterebbe di riportare la Russia nel consesso europeo in un quadro di collaborazione che eviti futuri con fronti e prevenga il consolidarsi di sentimenti antioccidentali. Inoltre, offrirebbe all’Europa l’opportunità di farsi capofila della propria sicurezza, nella lealtà atlantica e con la dovuta attenzione alle azioni in corso da parte del Vaticano e di altri importanti interlocutori internazionali. È urgente, quindi, dar luogo a un’iniziativa parlamentare che ispiri il Governo italiano, e gradualmente tutti i membri dell’Unione Europea e dell’Alleanza, a una visione lungimirante per l’Europa, in modo da non distogliere energie dai temi planetari della nostra epoca e scongiurare l’infausta prospettiva di lasciare alle giovani generazioni un mondo devastato dall’odio.” Gli esiti del vertice di Vilnius della NATO che – prudentemente – ha evitato di indicare delle scadenze per l’ingresso dell’Ucraina nella NATO, dimostrano che la situazione è in una fase di stallo nella quale si consuma una strage insensata e senza fine. E’ questo il momento di far tacere i cannoni e far parlare la diplomazia.

Se non ora, quando?


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