Nuovo clan Partenio, nuova udienza stamattina nell’ aula collegiale del tribunale di Avellino per gli affiliati appartenenti al sodalizio criminale che operava in Irpinia.
Nella giornata di oggi, all’interno dell’Aula di Assise del Tribunale di Avellino – dinanzi al giudice dott. Gian Piero Scarlato, con i giudici a latere dott. Giulio Argenio e dott. Lorenzo Corona – sono stati ascoltati alcuni dei testimoni citati dall’avvocato Gaetano Aufiero.
Il primo ad essere ascoltato in aula Giuseppe Cutillo. Il teste ha iniziato la sua testimonianza esponendo i motivi della sua assenza nelle precedenti udienze e affermando di non aver ricevuto nessuna minaccia o intimidazione che potesse giustificare la sua assenza. Cutillo confermava di conoscere Nicola Galdieri da anni, perchè aveva rapporti molto stretti con suo padre Ottavio. Il teste in aula ha raccontato la vicenda giudiziaria che ha riguardato una villa di proprietà sua e di sua sorella che per un enorme indebitamento finì all’asta. Nel corso dell’asta giudiziaria, il teste ha dichiarato che ricordava la presenza in tribunale di Livia Forte e Armando Aprile e che in quell’occasione era venuto a conoscenza che erano interessati all’ acquisto dell’immobile. Il Cutillo non si aggiudicò l’asta, chiusa a 120mila euro. Dopo sei mesi, riuscirono a rientrare in possesso del 50% dell’immobile, per cui furono pagati circa 120mila euro. Una trattativa portata avanti dal padre del teste con Armando Aprile. Cutillo, poi, ha raccontato del litigio avuto con il padre, con cui ha interrotto i rapporti per circa un anno, a causa di problematiche familiari e lavorative. Ma a lacerare i rapporti con il padre – secondo quanto dichiarato da Cutillo in aula- è stata proprio una vicenda che ha riguardato Nicola Galdieri, avvenuta nel 2017. Il teste ha chiarito che Galdieri che era interessato a tre auto nuove si era recato, dopo aver siglato un accordo con Ottavio Cutillo, in concessionaria a Monteforte per prelevare le autovetture. Ma siccome non aveva ancora completato la transazione Giuseppe Cutillo gli negava l’autorizzazione a ritirare le auto. Una cosa che aveva infastidito Galdieri e che aveva provocato anche un forte litigio col padre dello stesso Cutillo. Quest’ultimo, infatti, voleva che le tre auto fossero consegnate a Galdieri.
Al Pubblico Ministero, la dott.ssa Simona Rossi, invece Cutillo ha dichiarato di sapere che il padre doveva dei soldi a Galdieri. Oggetto di forte contestazione dal pm poiché, alla polizia giudiziaria, il teste dichiarò che suddetto prestito “era avvenuto con interessi usurai“. Un’affermazione a cui ha voluto replicare in collegamento da remoto Nicola Galdieri:
“Non ho mai fatto usura al padre di Giuseppe Cutillo, avevamo un rapporto tra fratelli. Me ne andai anche in Repubblica Ceca con lui. Quando andai alla concessionaria di Giuseppe Cutillo, c’andai su indicazione del padre e poi non ho avuto le macchine. Ma perché mettere in mezzo queste falsità? Io non ho mai fatto usura in vita mia e ancora più al padre di Cutillo. Sono tre anni che subisco illazioni e falsità costruite ad hoc dai carabinieri”.
Nella escussione successiva, il testimone ha raccontato della perdita di un immobile all’asta e del rapporto con Livia Forte, oltre che di alcune minacce ricevute. L’uomo ha smentito con forza le dichiarazioni di Livia Forte in cui, quest’ultima, affermava di aver subito minacce di morte da parte sua.
Infine ascoltato anche il dottor Mario Sorgente, consulente richiesto dalla difesa. Quest’ultimo ha fornito ulteriori chiarimenti in merito alle intercettazioni ambientali e, soprattutto, ad alcuni spostamenti degli imputati.
La prossima udienza, adesso, è fissata per il 27 febbraio quando saranno ascoltati gli ultimi testimoni citati dall’avvocato Gaetano Aufiero.
Post Views:
44