Collasso: cos’è, sintomi, cause, soluzioni

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È una temporanea, anomala e improvvisa mancanza di forza, che determina l’incapacità di rimanere in piedi e, talvolta, può sfociare anche nella perdita di coscienza. Ecco cosa fare

Il termine “collasso” non indica mai qualcosa di buono. Espressioni come “società al collasso”, “collasso del clima” o “il Paese sta collassando” trasmettono un senso di urgenza e un bisogno impellente di intervenire per risolvere il problema. Lo stesso vale nel campo della salute, perché il collasso appare sempre un evento drammatico, anche se nella maggior parte dei casi non provoca fortunatamente alcuna conseguenza e il recupero è veloce. «Si tratta di una temporanea, anomala e improvvisa mancanza di forza, che determina l’incapacità di rimanere in piedi e, talvolta, può sfociare nella perdita di coscienza», descrive il dottor Mario Siro Brigiani, cardiologo ad Anthea Hospital di Bari. «Talvolta, il collasso si accompagna a lipotimia, o pre-sincope, dove si fatica a mantenere la posizione eretta e si può cadere, ma il soggetto rimane vigile e ricorda l’episodio».

Come distinguere il collasso dalla sincope

Mentre “collasso” è un termine generico, che indica una sensazione di debolezza estrema, la sincope rappresenta la sua manifestazione più severa, dove si associa anche la perdita di coscienza, cioè lo svenimento, che è accompagnato da amnesia retrograda: i pazienti non ricordano di essere svenuti, per cui si ritrovano a terra, ma non sanno perché.

Al di là dei danni fisici di minore o maggiore rilievo (dagli ematomi alla frattura del femore), cadere all’improvviso può generare soprattutto nelle persone più anziane la perdita di sicurezza e la cosiddetta “fear of falling” (paura di cadere), caratterizzata da un’intensa angoscia quando è necessario stare in piedi o camminare, che ovviamente inficia la qualità di vita.

Quali sono le cause del collasso

Frequentemente, il collasso può essere indotto dai farmaci prescritti per abbassare la pressione arteriosa, che – se non opportunamente dosati – determinano un brusco calo dei valori. «Se non ricevono il giusto apporto di sangue, le cellule cerebrali non riescono a rifornirsi di ossigeno e nutrienti, per cui vanno incontro a sofferenza e possono condurre al collasso», spiega il dottor Siro Brigiani.

«Anche l’eccessiva esposizione al caldo può essere un fattore di rischio, perché la perdita di sali minerali e liquidi determina una riduzione del volume di sangue, provocando vari sintomi. Un’altra causa possibile è una crisi ipoglicemica, cioè la diminuzione del livello di zuccheri nel sangue al di sotto dei valori di normalità, ossia 70 mg/dl».

Un’altra possibile causa di collasso è la crisi vagale (o sincope vaso-vagale), spesso scatenata da paura, emozioni intense e dolore, ma alla base possono esserci patologie organiche, come anemia da carenza di ferro, epilessia, attacchi ischemici transitori o malattie cardiache (stenosi aortica, fibrillazione atriale, aritmie maligne ventricolari).

Quali sono i sintomi del collasso

I segni tipici di un collasso sono vertigini, sudore freddo, sensazione di calore che sale dalla pancia, nausea improvvisa, testa che gira, debolezza estrema e incapacità di restare in piedi. «Se questi sintomi non sono giustificati da una particolare condizione, è bene rivolgersi tempestivamente al medico di base per indagare le cause del malessere», tiene a precisare il dottor Siro Brigiani.

«Analisi del sangue, esami cardiologici ed eventuali test neurologici strumentali possono escludere o confermare i sospetti nati in fase di anamnesi, per cui cardiologo e neurologo sono i due specialisti più coinvolti nell’intero iter».

Come gestire la situazione

In presenza dei sintomi prodromi (ovvero premonitori), ovvero quando iniziamo a manifestare il malessere, è bene sederci o ancora meglio sdraiarci per metterci al riparo da eventuali cadute con le possibili conseguenze. «Anche tenere le gambe sollevate è un buon metodo, che aumenta l’afflusso di sangue al cervello, così come stringere i pugni per aumentare la produzione di adrenalina e noradrenalina, utili per sostenere il circolo sanguigno».

È altrettanto importante evitare i fattori scatenanti: «Per esempio, chi sa di avere un difetto neurovegetativo che impedisce al sistema circolatorio di mantenere le giuste costrizioni a livello vascolare sa anche di non poter stazionare troppo a lungo in piedi», conclude l’esperto. «Evitiamo anche di stare in pieno sole per molto tempo o all’aria stantia e di alzarci di colpo, ma soprattutto non sottovalutiamo mai i primi segnali che possono nascondere una patologia organica, sempre da indagare».

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