Diventa l’occasione per annunciare il tema della prossima edizione dello Sponz “Como li pacci” la presentazione del nuov album di Vinicio Capossela “Tredici canzoni urgenti”, all’Accademia Real di Avellino, intervistato dal giornalista Generoso Picone. “Un disco – spiega Vinicio – lo si fa solo se è un’urgenza. Quest’album nasce dal forte senso del pericolo che viviamo e insieme dall’attaccamento alla vita, fuori da ogni metafora o mito che tradizionalmente uso nelle mie canzoni. Viviamo in un tempo caratterizzato da un forte lavorio industriale sulla paura, dal terrorismo islamico alla pandemia fino all’apocalisse, la realtà del nostro tempo sembra coinvolgerci e chiamare alla partecipazione ma è un’illusione, mancano occasioni comunitarie. La prima voce del fatturato continuano ad essere le armi. Ecco perchè bisogna investire nei beni rifugio, come dicono gli economisti, quando c’è crisi bisogna scegliere che valore dare alle cose”. Picone si sofferma sul catalogo di emergenze che consegna nel suo album, dalla guerra alla società dei consumi. E’ quindi Vinicio a spiegare la genesi dei brani. in “Con i tasti che abbiamo” “l’invito è quello di provare a fare quello che possiamo partendo dalle relazioni personali “Dobbiamo essere consapevoli dei nostri limiti e fare di quel limite una possibilità. E’ quello che provo a dire in questo brano”. Mentre in “Scatta pozzacchio” celebro il sovvertimento della ragionevolezza, al di là del fine dell’utile”. Quindi cita “La crociata dei bambini” per ribadire che l’innocenza è la prima vittima di ogni guerra e “Dalla parte del torto”, che richiama Brecht e il presente in cui “sotto questo governo di estrema destra, nell’epoca del consenso a tutti i costi, più siamo più ci autoassolviamo da tutti i torti”. E da Kerouac a “Como li pacci” con un chiaro richiamo al dialetto irpino il passo è un attimo “Sarà questo il tema dello Sponz che è ogni anno un miracolo e celebra il decennale”. Quindi si esibisce accompagnato dal violino di Raffaele Teseo e dalla chitarra di Giovanni Francesca e incanta il pubblico, quindi ricorda gli amici Aniello Russo, cultore delle tradizioni irpine e Giovanni Fiordellisi, “partiti per una tournee”
Post Views: 57