Si chiude con assoluzione per particolare tenuità del fatto e non luogo a procedere per la stessa circostanza nei confronti di due tecnici del Comune di Avellino e dei due imprenditori interessati al procedimento e all’appalto dell’ente di Piazza Del Popolo nel 2019. E’ quanto deciso dal Gup del Tribunale di Avellino Paolo Cassano al termine dell’udienza celebrata ieri, nella quale è stata discussa la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di tre dei quattro imputati e il rito abbreviato per uno di loro. Assolto per la particolare tenuita’ del fatto un dipendente del Comune di Avellino con la mansione di addetto al “verde pubblico” e direttore dei lavori aggiudicati nel 2019 per il “servizio di manutenzione ordinaria della gran parte delle aree a verde pubblico”, difeso dal penalista Gerardo Di Martino, che aveva scelto di essere giudicato con il rito abbreviato. La Procura aveva chiesto nei suoi confronti una condanna a nove mesi di reclusione con pena sospesa. Prosciolti per la particolare tenuita’ del fatto gli altri tre imputati difesi dagli avvocati Nello Pizza, Francesco Perone, che era il titolare dell’impresa aggiudicataria dell’intervento di manutenzione del verde pubblico fino al 31 dicembre 2019 per un totale di circa 123mila euro e Benedetto Vittorio De Maio. Si dovranno ora attendere le motivazioni della sentenza.
Il processo legato all’inchiesta della Procura di Avellino e dei militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Avellino sulla gestione degli appalti per il «verde pubblico» tra il 2019 e il 2020 nella città capoluogo. L’avviso di conclusione delle indagini preliminari firmato dal pm che ha condotto l’inchiesta, il sostituto procuratore Luigi Iglio, era per subappalto illecito, un reato previsto dal Codice degli Appalti. Inizialmente c’erano state perquisizioni e indagini per i più gravi reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, abuso d’ufficio in concorso.
In piedi era rimasta dunque l’ipotesi che per la gestione del verde pubblico, due dipendenti del Comune di Avellino, responsabili delle procedure e due imprese, una del beneventano e una irpina, nonostante l’aggiudicazione alla prima, avrebbero invece di fatto concesso che i lavori fossero eseguiti dall’azienda irpina. Tutto documentato dalle indagini scattate nel novembre del 2019, quando la Polizia Municipale agli ordini del comandante Michele Arvonio, aveva accertato che la potatura degli alberi in Corso Europa non era stata eseguita dalla società esecutrice e aggiudicataria dell’appalto. Il giorno dopo, la municipale eseguiva un controllo ai lavori per il verde pubblico al Parco Kennedy, anche in quel caso si accertava che non era la ditta che si era aggiudicata l’appalto ad operare, bensì la stessa del giorno prima. E da qui era scattata anche la multa ad un mezzo che si trovava parcheggiato sul marginedella carreggiata. Qualche giorno dopo, ai due lavori precedenti si erano aggiunti anche per via Carducci e Via Manganiello. Le indagini poi erano state affidate ai militari del Nucleo Pef della Gdf di Avellino. E anche in questa circostanza, c’erano stati dei fatti accertati che confermavano il subappalto illecito contestato dalla Procura. Tutti accertati dalle Fiamme Gialle tra febbraio e luglio del 2020. A partire dall’abbattimento di due alberi nei pressi del Cimitero di Avellino, allo sfalcio di erba in Piazza Muscetta ed infine ai lavori di pulizia nel complesso scolastico Perna Alighieri. Tutti eseguiti dalla stessa impresa, non quella aggiudicataria.Le accuse originariamente e provvisoriamente contestate agli allora indagati si erano successivamente ridotte alla sola ipotesi di reato di “Subappalto illecito”
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