Il Maglificio 100Quindici Passi riparte dalla produzione di mascherine anti Covid. Nella villa un tempo dimora e bunker del clan Graziano tre sarte, una ricamatrice e tanti volontari producono fino a 600 mascherine anti Covid al giorno con l’obiettivo ambizioso di arrivare ad una produzione quotidiana di 8mila pezzi. Una ripartenza che vede insieme Forum dei Giovani della Regione Campania, Fondazione Polis, Libera, Parco del Partenio, associazione Punto Alfa e, a breve, conterà anche del contributo di Fondazione con il Sud. Il progetto è stato presentato questa mattina, negli uffici di Collina Liguorini, alla presenza della presidente del consiglio regionale Rosa D’Amelio.
«Abbiamo deciso di dare questo sostegno al Maglificio di Quindici che ha così potuto riaprire e produrre mascherine che saranno donate alle Forze dell’Ordine, associazioni giovanili, a quanti sono impegnati sul territorio a dare il proprio contributo per uscire fuori dalla terribile pandemia- spiega D’Amelio – Abbiamo combattuto tanto, con rigore e serietà da parte della Regione e dei cittadini, ma non ne siamo ancora fuori. Dal Maglificio, che è un punto di riferimento importante a Quindici, parte un messaggio importante che vede le istituzioni fare rete, oltre la Fondazione Polis e il Forum dei Giovani, c’è anche Fondazione Sud disposta a dare il proprio contributo per fare in modo che la produzione possa continuare anche in futuro». D’Amelio sottolinea il lavoro svolto dall’amministrazione regionale sui beni confiscati alla camorra: «in questa legislatura abbiamo lavorato molto con la commissione anticamorra per la valorizzazione dei beni confiscati, abbiamo investito risorse e siamo diventati punto di riferimento a livello nazionale. Dobbiamo essere fieri di quello che abbiamo fatto anche grazie al contributo di associazioni come Libera che non fanno mai mancare il proprio impegno, a maggior ragione in questo periodo dove il rischio che la povertà diventi facile preda della criminalità organizzata, è più che concreto e le istituzioni devono arrivare prima».
A presenziare la presentazione della nuova produzione, anche il presidente del Forum Giovani della Campania Giuseppe Caruso, la portavoce di Libera Emilia Noviello, Francesco Iandolo responsabile della cooperativa Oasi Project e Felice Castaldo presidente dell’associazione Punto Alfa.
«In questi mesi di lockdown abbiamo visto quanti territori e quante economie si sono trovate in difficoltà. La realtà dei beni confiscati alle mafie già prima pativa una difficoltà legata alla necessità di abbracciare una determinata cultura, oggi però- è il commento di Noviello- la produzione di mascherine può rappresentare una svolta sia dal punto di vista economico perché offre a quell’impresa la possibilità di ripartire, ma anche sotto il profilo dell’importanza simbolica del luogo. Tenere aperto il Maglificio significa dare a quel territorio l’opportunità di viverlo in maniera diversa rispetto a quando era in mano al clan. L’augurio di Libera è che questa esperienza possa andare avanti e dare un’opportunità concreta a quanti oggi hanno bisogno di credere in un futuro migliore». Non abbassare la guardia in momento di forte crisi economica in cui la risposta sociale va costruita prima dell’arrivo dei soldi facili dei clan. Soprattutto in zone sensibili come il Vallo Lauro: «l’Irpinia viveva già prima della pandemia un aumento di reati di racket e usura. Con la crisi economica attuale, questi reati si sono moltiplicati. Il Vallo di Lauro, già economicamente depresso, ora si trova a fare i conti con l’arrivo di risorse ingenti e con l’approssimarsi delle elezioni in un comune come Quindici, a ben guardare anche alcune liste elettorali destano qualche preoccupazione. La risposta forte della società civile- conclude Noviello- va costruita adesso, prima che i clan si riorganizzino». Presente alla conferenza stampa anche il presidente del Parco del Partenio Franco Iovino: «l’unica difesa efficace contro il Covid, in questo momento, è la mascherina. E nel dna di un ente che si occupa di salvaguardia del territorio, non può non esserci la difesa della salute delle nostre popolazioni. Ecco perché abbiamo deciso di dare il nostro contributo per la ripartenza del Maglificio».