
Avellino – Si profila all’orizzonte un braccio di ferro tra la Regione Campania e tutti quei Comuni che hanno deciso di recedere l’accordo di collaborazione con l’ente di Palazzo Santa Lucia per il famoso “Concorsone”. Ad annunciarlo è la Regione stessa che in questi giorni ha pubblicato l’avviso rivolto ai vincitori per la selezione delle sedi in cui svolgere il tirocinio finalizzato, poi, all’assunzione presso l’ente indicato. E sono emersi vari problemi perché l’ente di Palazzo Santa Lucia si è visto costretto a pubblicare tre elenchi, il primo è quello effettivo, il secondo contiene quegli enti che si sono visti assegnare un numero di posti diverso da quello richiesto, mentre il terzo è quello che porterà al braccio di ferro. Si tratta del ribattezzato allegato 3, contenente quei Comuni che, dopo aver aderito al Concorsone e indicato le professionalità richieste, hanno deciso di recedere dall’accordo. E la Regione annuncia azioni giudiziarie contro di loro.
Sono 18 in totale tra cui, per l’Irpinia: Avellino, Chianche, Serino, Aquilonia, Calitri e Roccabascerana. Alcuni di questi lo hanno fatto per problemi economici, segnalando alla Regione una «situazione di deficitarietà strutturale o di dissesto». E’ il caso, ad esempio, del comune capoluogo. Lo scorso 9 aprile la Giunta Festa, su proposta dell’assessore al “Personale”, nonché vicesindaco, Laura Nargi, ha approvato il recesso dall’accordo «di collaborazione con la Regione Campania (progetto Ripam – concorso unico territoriale per le amministrazioni della Regione Campania)». Il motivo è da ricercare nella situazione finanziaria dell’ente di Piazza del Popolo, alle prese con il piano di riequilibrio pluriennale che comporta la necessità di passare per la Cosfel (Commissione per la stabilità finanziaria degli enti locali) per ottenere il via libera ad ogni assunzioni, ma finora non c’è mai stata risposta per quelle già in programma e che quindi non riguardano il Concorsone.
Lo ricorda proprio la delibera di Giunta: «Per le assunzioni per l’anno 2019 contenute nel Piano dei Fabbisogni del Personale 2019/21, tale autorizzazione, pur richiesta con nota pec prot. 73122/2019 del 24.9.2019, non è mai stata rilasciata, senza voler considerare che l’art. 1 d.l. n. 6 del 23.2.20 convertito in L. n. 13 del 5.3.20, vista l’esigenza dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, ha sospeso tutte le procedure concorsuali».
La preoccupazione dell’ente è di trovarsi nella condizione di non poter assumere i tirocinanti al termine del loro percorso, nel caso in cui dovesse arrivare il via libera dalla Cosfel. Per questo motivo, la Giunta Festa ha deciso di recedere dall’accordo sottoscritto con una precedente delibera di Giunta del 17 dicembre 2018 in cui al punto 3 «si dà atto della facoltà di recesso dall’accordo ai sensi dell’art. 1373 del Codice Civile prima della conclusione delle procedure concorsuali», ricorda il deliberato dell’amministrazione Festa.
Una motivazione comune anche agli altri enti che hanno rescisso, ma che non ha convinto la Regione Campania, non a caso non ha depennato questi Comuni, ma li ha inseriti in un apposito elenco di enti selezionabili dai vincitori (il famoso allegato 3) precisando che «qualora alcuni enti non dovessero procedere all’accoglienza, ai candidati che a questi fossero stati assegnati, la Regione Campania provvederà ad indicare una diversa sede, il più possibile prossima a quella originariamente assegnata». Questo per tutelare i vincitori, ma in contemporanea l’ente di Palazzo Santa Lucia ha annunciato che tutelerà anche se stessa coinvolgendo l’avvocatura regionale perché la volontà di recedere rappresenta una «violazione degli obblighi assunti, in particolare con la Deliberazione di Giunta Comunale di conferimento della delega alla Commissione Ripam», cita il decreto dirigenziale aggiungendo che «la Regione Campania ha manifestato il proprio dissenso in ordine all’esercizio di tale volontà, evidenziandone i vizi di legittimità ed investendo l’Avvocatura regionale per le eventuali azioni, anche giudiziarie, da avviare, anche a tutela dell’aspettativa dei candidati concorrenti».
Secondo Palazzo Santa Lucia, infatti, la condizione di deficitarietà strutturale o dissesto non sarebbe una motivazione valida in quanto si tratterebbe di «una condizione mutevole nel tempo e, comunque, “sanabile” mediante apposita autorizzazione della Commissione per la stabilità finanziaria degli enti locali (Cosfel) relativamente ai provvedimenti in materia di dotazioni organiche e di assunzione di personale». In sostanza gli attuali problemi finanziari degli enti non è detto che saranno presenti quando si dovrà parlare di assunzioni, cosa che dovrebbe avvenire tra almeno un anno e mezzo. L’inizio dei tirocini è previsto per l’autunno e dureranno 10 mesi al termine dei quali i candidati dovranno sostenere l’ultima prova per la definitiva assunzione, quindi non se ne parlerà prima della fine del 2021. Entro quel tempo, secondo la Regione, la situazione finanziaria degli enti in questione potrebbe essere migliorata e comunque non ci sarebbe nessuna certezza, al momento, su un futuro diniego della Cosfel davanti a una richiesta di assunzione.
Nonostante, quindi, il recesso, proprio perché la Regione ritiene «mutevole e sanabile» nel tempo la condizione economica attuale «non può che attenersi a quanto già presente nei bandi di concorso». Questi Comuni sono stati inseriti nell’allegato 3, ma i vincitori potranno ugualmente indicarli come sedi per il tirocinio e «qualora non dovessero accedere all’accoglienza dei candidati loro assegnati, tali candidati potranno svolgere il proprio periodo formativo esercitando l’ulteriore scelta tra eventuali comuni non opzionati e, in ogni caso, presso la Regione Campania. Nel frattempo, Palazzo Santa Lucia, farà valere le sue ragioni anche tramite «eventuali azioni giudiziarie».
