Conte, la sfida più difficile

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Mentre il mondo politico si trastulla nelle nebbie del caso Bonafede-Di Matteo, con il decreto dei 55 miliardi è iniziata la vera “fase 2” del governo. Fino ad ora la sua esistenza si è giocata sulla capacità di affrontare l’emergenza a costi umani ridotti. Quindi su risultati verificabili nel brevissimo periodo. E, pur tra alcuni ritardi e qualche incertezza, si può dire che la strada intrapresa, coerente con le indicazioni degli scienziati, si è dimostrata valida. Nei mesi futuri, invece, la partita della ricostruzione del tessuto socio-economico del Paese appare già, fin dall’inizio, ancora più difficile. Complicata dalla crescente necessità di continui compromessi, dovuti  alla nota diversità di vedute fra i partner di governo.  E aggravata, in un frangente decisivo per la vita nazionale, dalla sostanziale mancanza di collaborazione soprattutto di Salvini e della Meloni, che in altri Paesi democratici si sarebbero trovati isolati! Il successo stavolta si giocherà sul raggiungimento di risultati di medio periodo. E in questo itinerario giocheranno un ruolo non indifferente diversi fattori. Tra di essi, gli atteggiamenti dell’Ue, fondamentali per aiutare i Paesi in maggiore difficoltà. E la rapidità con cui i provvedimenti del governo potranno dispiegare i loro effetti. Decisiva perchè le attese diffuse non diventino proteste. E non si trasformino perciò in una pericolosa ondata di rabbia tra regioni, classi e  categorie che rischierebbe di far saltare il nostro fragile tessuto unitario. E, con esso, la residua fiducia nell’attuale sistema politico-istituzionale!

Di fatto, tramontata la bislacca idea sostenuta da alcuni Governatori di elezioni regionali a luglio (per essere riconfermati ad ogni costo!)  sembra che il mondo politico si sia reso conto che è difficile che l’esecutivo cada a ridosso dell’estate. E la situazione risente di questo stato di cose. Dovuto anche alla presenza di gruppi di “responsabili” resti ad andare a casa dopo le indiscrezioni quirinalizie sul fatto che, se dovesse cadere Conte, ci sarebbero solo le elezioni! Questo potrebbe essere un vantaggio tattico per il premier. Egli ha preso evidentemennte molto gusto al suo ruolo. E – a parte qualche eccesso di apparizioni  da “Grande Fratello”, come alcuni annunci senza contraddittorio e quella a Ciampino nel caso di Slvia Romano – si sta dimostrando uomo prudente. Buon tessitore di rapporti. E abile mediatore, anche in sede europea. Nei prossimi mesi sarà alle prese con la sua “sfida della vita”. Quella innanzitutto di far giungere rapidamente a famiglie  ed imprese  gli aiuti, ora varati con una prevalente logica emergenziale. Ma anche di saper utilizzare i futuri aiuti, soprattutto quelli dell’Ue – che sarebbe irresponsabie rifiutare – in una direzione davvero produttiva!

Sarà facile? Certamente no. Le caratteristiche della collaborazione di governo tra Pd, M5S LeU e Iv non muteranno. E continueranno ad obbligare il premier a defatiganti mediazioni. E a esporre l’esecutivo a rischi di ritardi. Come nel caso proprio del “decreto aprile”, varato solo pochi giorni fa. Salutato da Zingaretti come “un miracolo” in una intervista in cui il segretario dem ha sottolineato che il compito del Pd è di essere il partito delle istituzioni e ricreare un clima di fiducia nel Paese. E ha inaspettatamente polemizzato con un M5S che voleva dettare l’agenda politica e svuotare il Pd e invece “si sta dividendo e perdendo consensi”. Sull’altro fronte, le continue forzature di Lega e FdI (non condivise da FI) per monetizzare i loro consensi elettorali – insieme ai ricorrenti distinguo di parte di diverse frange del M5S – potrebbero spingere in una direzione incontrollabile. Fino a rendere la tensione politica insosteniblle. Soprattutto  se accompagnata da segnali esplosivi di rabbia sociale. Perciò appare indispensabile curare anche la concreta attuazione dei provvedimenti assunti. Sorvegliare che vadano a buon fine. E impedire insopportabili disparità di trattamento.

Insomma, la sfida che attende dall’autunno Conte e i suoi alleati è di quelle da far tremare i polsi. E, in un Paese di voltagabbana e facile a gettare  i propri beniamini dalle stelle nella polvere,  c’è davvero da aspettarsi di tutto!

di Erio Matteo


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