Conte, torni alla politica di alto profilo

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Signor presidente, la mia voce è flebile ma sento il dovere morale, prima che politico, di farle pervenire  questo mio messaggio. Le scrivo dall’Irpinia dove insieme commemorammo un grande protagonista della ricostruzione democratica dell’Italia, Fiorentino Sullo. La sua relazione suscitò molto interesse, fu apprezzata, creò fiducia nel suo operato, guardò in alto e lontano, si percepirono persino echi di una sua non dimenticata lezione morotea. Ritorni a quello spirito signor presidente, che aveva afflato e non si mortifichi in un mediocre trattativismo che ha  il sapore di una cattiva politica. Non si assuma la responsabilità, in un momento così drammatico, mondiale e italiano, di far cadere il governo Draghi, gettando il caos nel paese.
Lei rischia di costruire un alibi per altri che tessono trame con ben mirati scopi. Ella scuote l’albero con altri che raccoglieranno i frutti. Questa è la peggiore insensatezza politica che si possa compiere.
Lei chiede rispetto a Draghi, ma non le pare che, nel momento in cui il presidente del Consiglio afferma di non volere o potere proseguire senza il movimento da lei guidato, non solo mostra rispetto ma anche grande considerazione? Lei stesso ha dichiarato che il presidente Draghi ha prestato attenzione e disponibilità ai nove punti del suo programma. Come fa a non dare fiducia a una personalità che sulla parola ha costruito la sua meritata, grande e diffusa fama nel mondo?
Proprio nel momento in cui il presidente Draghi dichiara di non poter proseguire senza la partecipazione del suo movimento, non le pare che dimostri di tenere alla parola data, per il principio di non contraddizione?
Non ponga condizioni, signor presidente e applichi il punto 10 non scritto del suo programma, dando piena fiducia al governo Draghi.
Ne va del suo onore politico e del suo ruolo nella storia del paese. Affondando il governo, rischia di cancellare definitivamente i suoi meriti che pure ci sono, al di là di alcuni altezzosi giudizi. Non si iscriva, ripeto, affossando il governo Draghi, nell’ormai lungo elenco dei demolitori di democrazia.
Ritrovi quello sguardo alto e di ampio orizzonte che seppe ben esprimere nel teatro Gesualdo di Avellino.
Dalle montagne dell’Irpinia le invio un mio fiducioso saluto.

di Gerardo Bianco



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