La crisi in cui è piombata la Vis Mediterranea Soccer, fanalino di coda del campionato di serie B di calcio femminile con un solo punto conquistato nella trasferta di Lumezzane lo scorso 3 novembre, inizia a diventare un vero e proprio caso. I tifosi hanno messo sulla graticola allenatore e calciatrici schierandosi con la proprietà, che sta facendo enormi sacrifici, soprattutto economici, per onorare al meglio il campionato cadetto, faticosamente conquistato nella stagione precedente.
Un impegno che non sembra affatto essere assecondato dalle atlete che la domenica scendono in campo, alle quali indubbiamente va attribuito il merito di aver conquistato una storica promozione in B (prima squadra irpina di calcio femminile nella storia ad aver raggiunto questo traguardo), ma il cui attuale atteggiamento remissivo non può assolutamente essere giustificato.
Dito puntato anche contro il coach, Alessandro Caruso, dal quale, considerati i suoi felici trascorsi alla guida di altre compagini, la società si aspettava maggiore incisività, anche in termini di spinta motivazionale che avrebbe dovuto imprimere alle sue atlete. D’accordo sul fatto che non è l’allenatore a giocare le gare, ma indubbiamente la guida tecnico-tattica di un mister di esperienza può sicuramente contribuire a migliorare le prestazioni di un team.
Domenica prossima al “Gallucci” di Solofra la Vis ospiterà il Genoa, terzo in classifica e a caccia di punti per la promozione diretta in serie A, nella gara valevole per la 16esima di campionato, la prima del girone di ritorno. Inutile dire che sarà una gara durissima. Tuttavia, anche in questo caso, la società ha fatto la sua parte inserendo in rosa nuovi innesti attraverso una corposa campagna acquisti, a dimostrazione della volontà di voler provare a difendere la categoria con le unghie e con i denti.
La palla ora passa alle gialloverdi, dalle quali tutti, dai tifosi alla dirigenza passando per gli appassionati di calcio femminile, si attendono una reazione di orgoglio, quanto meno nel tentativo di offrire prestazioni convincenti, nel corso delle quali si chiede un radicale cambio di rotta, dove l’atteggiamento remissivo e la depressione calcistica devono lasciare il posto alla grinta, alla cattiveria agonistica e a un maggior affidamento nei propri mezzi per ripagare la fiducia che società e tifosi hanno riposto in queste giocatrici.