E’ un Rinascimento non convenzionale quello che ricostruisce Aurelio Musi nel suo volume “Controrinascimento malinconico” presentato questo pomeriggio alla libreria Mondadori. A confrontarsi con l’autore Francesco Piro, Carla Pedicino, Maria Anna Noto e Vincenzo Barra. A portare i propri saluti il vicesindaco Marianna Mazza. “E’ un Rinascimento – spiega Musi – non legato alla valorizzazione umanistica dei classici. A caratterizzarlo il ripudio della tradizionale esaltazione della ragione, ricerca delle verità non della verità, coesistenza di ordine e disordine, rilievo dell’immaginazione e dei sentimenti ne sono stati i caratteri distintivi. E’ un Rinascimento che si confronta con stati sentimentali che sono dentro la ragione e fanno parte dell’uomo, come la malinconia. Tanti i personaggi che nella storia del Rinascimento si sono confrontati con la malinconia, da Erasmo a Montaigne, da Giordano Bruno a Campanella. Anche oggi viviamo una condizione di tempo sospeso che non riceve mai una risoluzione tra guerre, pandemie e crisi climatiche che è parte integrante della malinconia. Una condizione che è fondamento della modernità. E’ una realtà con cui dobbiamo imparare a convivere derivante sia da una condizione di vissuto che da una realtà esterna”. Ad emergere il legame tra il passato rinascimentale e l’esperienza umana attuale. Francesco Piro spiega come “Musi ci dimostra che la conquista della modernità non è stata facile ma è passata per grandi crisi, Allo stesso tempo scopriamo che molti autori che si sono interrogati sulla malinconia parlavano anche del loro tempo”