La crisi al Comune di Avellino divide non solo la maggioranza e l’opposizione, ma anche il Pd. All’assemblea di Controvento, ieri al circolo della stampa, c’è quel pezzo del Pd che si dice convintamente ostile ad ogni ammiccamento alla sindaca Laura Nargi. Un pezzo di partito che ci tiene a fare chiarezza sulla intransigente contrarietà ad ogni inciucio. E’ Antonio Gengaro a sottolineare che “l’opposizione deve fare il suo dovere: non so cosa farà la maggioranza, non so cosa farà la sindaca, ma so quello che dovremmo fare noi. Per prima cosa, chiedere una riunione al prefetto perché l’amministrazione è senza giunta e può deliberare su nulla. Seconda cosa, la gravità delle accuse che vengono mosse a Festa, a nostro avviso, richiederebbe la nomina di una commissione di accesso. Del resto, sono accuse pesanti, a partire dall’associazione a delinquere. Terza questione: credo che bisognerebbe convocare un Consiglio comunale per discutere una mozione di sfiducia. Una opposizione seria – dice Gengaro – dovrebbe farlo. C’è stato già un momento in cui il Pd poteva far ‘cadere’ l’amministrazione”. Ma non è successo.
E il consigliere di opposizione pd incalza: “Credo che in qualità di centrosinistra dovremmo interrogarci su cosa vogliamo essere. La città non può rimanere sospesa. Ed è in particolare al Pd che si rivolge Gengaro: “Si fanno ancora analisi del voto (il messaggio è rivolto alla segreteria di Nello Pizza ndr). Il centrosinistra, lo ripeto, ha fatto il possibile – da candidato sindaco ho contato 11mila voti -. Non abbiamo voluto fare accordi con il centrodestra: però se ora il mio partito non è più di centrosinistra, se Roma ha cambiato linea qualcuno me lo dica. Intanto, saremo una opposizione con la schiena dritta”.
Niente accordo con il centrodestra, vale a dire che il Pd, secondo Gengaro, non dovrebbe fare la stampella di Nargi e che la soluzione alla crisi non può che essere la sfiducia alla sindaca.
Posizione condivisa da Controvento. Al tavolo dell’assemblea: Generoso Picone, presidente dell’associazione, Giancarlo Giordano, di Sinistra Italiana, mentre in prima fila tra gli altri Enzo De Luca, già senatore del Pd, Lello De Stefano, riferimento dell’area Schlein, Sara Iannaccone, componente in quota Schlein dell’assemblea nazionale, altri esponenti del Pd, e poi Antonio Bellizzi e Amalio Santoro, consiglieri comunali di Per Gengaro Sindaco, Antonio Aquino, consigliere comunale del M5s, il consigliere comunale Pd, Ettore Iacovacci – che nell’ultimo consiglio comunale ha annunciato di voler lasciare il gruppo dem – e il presidente della Provincia, Rino Buonopane.
Il messaggio è chiaro: non può ripetersi ciò che è accaduto nell’ultima seduta di Consiglio comunale, quando non solo i dem – escluso Iacovacci – ma anche i consiglieri di Per Gengaro sindaco hanno garantito il numero legale facendo in modo che la discussione in Aula continuasse, permettendo così che una risicatissima maggioranza con l’appoggio degli alleati di centrodestra votasse almeno il primo provvedimento all’ordine del giorno.